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Il terzo settore piange Eugenio Decrescenzo, morto di Coronavirus a Roma

Tra le vittime del nuovo coronavirus a Roma anche Eugenio Decrescenzo, nome storico e punto di riferimento della cooperazione sociale, vicepresidente dell’AGCI (Associazione Generale Cooperative Italiane). “Aveva fatto della solidarietà uno stile di vita più che una professione. Credeva fortemente nei principi e nei valori della cooperazione e dell’equità sociale per cui si batteva concretamente”.
A cura di Redazione Roma
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Eugenio Decrescenzo
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Tra le vittime del nuovo coronavirus a Roma c'è anche Eugenio Decrescenzo, punto di riferimento per il terzo settore e il mondo della cooperazione vicepresidente di AGCI – Associazione Generale Cooperative Italiane. "Persona di grande profilo morale, culturale e sociale, aveva fatto della solidarietà uno stile di vita più che una professione. Credeva fortemente nei principi e nei valori della cooperazione e dell’equità sociale per cui si batteva concretamente. – così lo ricorda la sua associazione – Convinto che solo attraverso l’azione si potesse ottenere la giustizia sociale, era sempre impegnato in progetti e pronto ad aiutare chi aveva bisogno".

"In AGCI tutti lo ricordano affabile, propositivo, disponibile all’ascolto, alla ricerca di soluzioni ai tanti problemi delle cooperative e della comunità, anche scontrandosi, molto spesso, con la burocrazia, ponendo prima di ogni cosa sempre al centro la persona. In AGCI tutti ricordano la sua intelligenza, il suo impegno e la sua conoscenza reale delle problematiche legate al mondo della cooperazione sociale e il suo contributo pragmatico durante i tavoli con gli enti e le parti sociali", conclude la nota.

Decrescenzo era ricoverato da diversi giorni dopo essere risultato positivo al coronavirus. Così lo ricorda Marta Bonafoni, consigliera comunale della Regione Lazio: "Lultimo messaggio è stato di sola andata: lo aggiornavo sull’arrivo delle mascherine per gli operatori sociali. Anche durante il ricovero, dopo quel maledetto tampone positivo, Eugenio continuava ad occuparsi degli altri. I nostri messaggi hanno funzionato così fino alla fine: un po’ gli dicevo di come stavamo affrontando l’emergenza con il Terzo Settore, un po’ gli chiedevo come stava.'Sii forte anche per me, che sto interpretando la grande debolezza' mi ha risposto in uno degli ultimi scambi dall’ospedale. Eugenio Decrescenzo di AGCI Lazio in questi anni mi ha fatto capire un sacco di cose, anche questa: come funziona il maledetto Covid19. Aveva fiaccato anche lui, la sua energia, lasciando intatta però la sua ironia".

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