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I due cinesi positivi al Coronavirus sottoposti a terapia con farmaci antivirali per l’hiv e per l’Ebola

Quali sono i farmaci con cui i medici dell’istituto Lazzaro Spallanzani stanno tentando di curare i due turisti cinesi risultati positivi al nuovo coronavirus 2019-nCoV. Le condizioni dei coniugi sono stazionarie e si trovano ancora ricoverati nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale romano.
A cura di Enrico Tata
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Le condizioni dei due cittadini cinesi provenienti da Wuhan e risultati positivi al test del nuovo coronavirus sono stazionarie. Il 4 febbraio si è verificato un aggravamento del quadro clinico a causa di una insufficienza respiratoria, "come segnalato nei casi fino ad ora riportati in letteratura" e pertanto è stato necessario il trasferimento in terapia intensiva, hanno spiegato i medici dell'Istituto Spallanzani. Da allora i due pazienti sono stati sottoposti a una terapia sperimentale a base di farmaci antivirali. Si tratta nello specifico di lopinavir/ritonavir, una combinazione di antivirali che si utilizza nel trattamento dell'infezione da Hiv, e di remdesivir, un antivirale che è stato già utilizzato per curare la malattia da virus Ebola. I primi farmaci mostrano "attività antivirale anche sui coronavirus", mentre il secondo "è potenzialmente attivo contro l'infezione da nuovo coronavirus 2019-nCoV.

La terapia utilizzata dai medici dello Spallanzani

Non si tratta di una novità, perché altri pazienti in Cina sono stati sottoposti a questa terapia e questi farmaci, come detto, sono stati già utilizzati nel trattamento di malattie da coronavirus. Altri due coronavirus conosciuti, il MERS-CoV (il coronavirus ‘mediorientale') e il SARS-Cov, hanno fatto registrare, rispettivamente 2494 casi con 858 morti, con un tasso di letalità del 34,4% e 8096 casi in due anni con 774 morti, con un tasso di letalità del 9,6%. Per il momento il nuovo coronavirus scoperto a fine dicembre in Cina nella città di Wuhan ha fatto registrare oltre 28mila casi e oltre 500 morti. Il virus Ebola, la cui epidemia in corso in Congo, ha un tasso di letalità stimato intorno al 50%. Inferiore all'1 per mille il tasso di mortalità per il comune virus dell'influenza.

La complicazione più frequente per quanto riguarda il 2019-nCoV è rappresentata da gravi problemi respiratori dovuti all'insorgere della polmonite nei pazienti. Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica britannica The Lancet, riporta che "sono state osservate somiglianze di caratteristiche cliniche tra 2019-nCoV e precedenti infezioni da betacoronavirus. In questa coorte, la maggior parte dei pazienti presentava febbre, tosse secca, dispnea e opacità bilaterali del vetro smerigliato nelle scansioni TC toraciche. Queste caratteristiche dell'infezione 2019-nCoV hanno una certa somiglianza con le infezioni SARS-CoV e MERS-CoV". E ancora: "Nessun trattamento antivirale per l'infezione da coronavirus si è dimostrato efficace. In uno studio di controllo storico, la combinazione di lopinavir e ritonavir tra i pazienti con SARS-CoV è stata associata a un sostanziale beneficio clinico (meno esiti clinici avversi). Prove precliniche hanno mostrato la potente efficacia di remdesivir (un profarmaco antivirale ad ampio spettro nucleotidico) nel trattamento della MERS- Infezioni da CoV e SARS-CoV. Poiché 2019-nCoV è un virus emergente, non è stato sviluppato un trattamento efficace per le malattie derivanti da questo virus. Poiché la combinazione di lopinavir e ritonavir era già disponibile nell'ospedale designato, è stato avviato rapidamente uno studio randomizzato e controllato per valutare l'efficacia e la sicurezza dell'uso combinato di lopinavir e ritonavir in pazienti ospedalizzati con infezione 2019-nCoV". Sull'European Journal of Clinical Investigation si legge: "L'effetto promettente osservato nei modelli animali di infezioni SARS-CoV e MERS-CoV di antivirali come remdesivir e lopinavir / ritonavir sta guidando la loro valutazione rispetto al 2019-nCoV (uno studio randomizzato controllato per valutare l'efficacia e la sicurezza di lopinavir / ritonavir in pazienti ospedalizzati con infezione 2019-nCoV è stata iniziata in Cina)".

Dalla Cina: "Cura possibile con Arbidol e Darunavir"

Altri pazienti sono stati sottoposti a terapia con remdesivir e clorochina, un farmaco che si usa per il trattamento della malaria. C'è poi la combinazione Arbidol e Darunavir: il primo è un antivirale usato per il trattamento dell’influenza e il Darunavir è utilizzato per le infezioni da Hiv. Un gruppo di ricerca guidato da Li Lanjuan dell’Accademia cinese di ingegneria e della National Health Commission ha dichiarato che Arbidol è stato testato e che sarebbe efficace per inibire il nuovo coronavirus. Oggi l'Organizzazione Mondiale per la Sanità ha ribadito che per il momento non è stata trovata alcuna cura.

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