La Regione Lazio: “Morta paziente positiva al Coronavirus, accertamenti in corso”
Primo morto affetto da coronavirus nel Lazio. Una donna è deceduta all'ospedale San Giovanni di Roma. A quanto si apprende, aveva gravi patologie preesistenti. La signora aveva 87 anni ed era ricoverata nel reparto di oncologia, è risultata positiva al primo test per la ricerca del Covid19, effettuato due giorni fa. Bisognerà attendere l'esito dell'esame sul secondo campione per avere la conferma definitiva. Una seconda persona è risultata positiva al San Filippo Neri: si tratta di un paziente oncologico ricoverato in rianimazione all'ospedale Spallanzani di Roma. L'uomo, che aveva già un quadro clinico compromesso, si è presentato il 3 marzo al pronto soccorso del San Filippo Neri perché soffriva di difficoltà respiratorie: ricoverato in rianimazione, è risultato positivo al test per il CoVid19. I medici e gli infermieri entrati in contatto con lui si trovano ora in quarantena nelle loro abitazioni. "All’interno del San Filippo Neri sono state attivate tutte le misure previste per garantire la sicurezza e individuare eventuali altri pazienti e operatori con cui può essere entrato in contatto, per adottare le misure conseguenti. In via precauzionale e fino alla fine della valutazione, alcuni operatori non sono in servizio, ma in isolamento domiciliare". Così in un comunicato l’Assessorato alla Sanità e l’integrazione sociosanitaria
La Regione Lazio: "Accertamenti in corso"
Sulla donna morta all'ospedale San Giovanni di Roma, risultata positiva al primo test per la ricerca del coronavirus, la Regione Lazio spiega che: "La paziente, ricoverata dal 17 gennaio, era cardiopatica e ha avuto una svera endocardite, in quanto portatrice di protesi valvolare, seguita da una problematica respiratoria. È quindi possibile affermare, stante il complesso quadro clinico, che la donna sia deceduta con il CoVid-19 e non a causa dello stesso. Si attende ancora conferma dei risultati del secondo test da parte dell’Istituto Superiore di Sanità".
Coronavirus, intensificate misure di terapia intensiva
Gli ospedali di tutto il Lazio si stanno attrezzando per ampliare e rafforzare i reparti di terapia intensiva. Un altro fattore assolutamente da evitare, è che medici e infermieri venuti a contatto con persone positive al coronavirus vengano messe in quarantena, diminuendo così il personale sanitario che già sta facendo grossi sforzi per far fronte all'allerta coronavirus. Per questo, chi ha febbre, tosse o dolori muscolari non deve andare al pronto soccorso, ma chiamare o il proprio medico di base oppure il 1500. "In questo momento la priorità è garantire il rispetto di tutte le procedure di sicurezza per evitare eventuali quarantene al personale sanitario e attuare immediatamente la 1° fase del potenziamento delle terapie intensive con 77 posti dedicati. Entro la giornata odierna verrà emanata l’ordinanza per potenziare le terapie intensive con una riorganizzazione dei setting interni che riguarderà l’Istituto Spallanzani di Roma, il Policlinico Umberto I, il Policlinico Gemelli, l’A.O. Sant’Andrea e il Policlinico di Tor Vergata oltre ai presidi nelle province: il De Lellis di Rieti, il Belcolle di Viterbo, lo Spaziani di Frosinone e il Goretti di Latina. Sarà ampliata la rete regionale dei laboratori per i test con il coordinamento dell’Istituto Spallanzani come HUB regionale. Sono in arrivo dalla Protezione civile 600 mila mascherine, 20 mila tute e 5 mila occhiali protettivi sanificabili e ogni giorno alle ore 12 le Asl devono comunicare alla direzione regionale l’andamento delle scorte di magazzino. Inoltre saranno date indicazioni ai Centri di Assistenza Domiciliare (CAD) per l’erogazione in sicurezza del servizio di assistenza domiciliare".
Coronavirus, 44 casi positivi, 7 pazienti in Terapia Intensiva
La Regione Lazio intorno alle ore 17 ha diffuso una nota in cui ha comunicato gli aggiornamenti sui dati riconducibili ai casi accertati nel Lazio. "Sono 44 nella Regione Lazio i casi positivi al CoVid-19 compresi i tre pazienti guariti. Di questi, 14 sono in isolamento domiciliare, 20 sono ricoverati non in terapia intensiva e 7 sono ricoverati in terapia intensiva. 5 pazienti sono stati dimessi dallo Spallanzani" .
Borrelli: "Non ho notizie sul paziente deceduto al San Giovanni"
Il capo della protezione civile Angelo Borrelli, nel corso della conferenza stampa del tardo pomeriggio di oggi, rispetto al paziente deceduto all'ospedale San Giovanni di Roma, ha detto ai giornalisti: "Non ho notizie dirette". Per ciò che riguarda i dati, sono 3296 i casi positivi di coronavirus in Italia, 590 in più rispetto a ieri, 148 i morti, 41 in più rispetto a ieri. "Decessi che – come ribadisce Borrelli – riguardano pazienti a partire da 66 anni e con patologie pregresse". La percentuale dei pazienti guariti si attesta al momento sul 10,73 % mentre quella dei deceduti sul 3,84 %