Mascherine chirurgiche introvabili: “Ai medici romani forniti panni antipolvere”
Quella che vedete in foto è una delle "mascherine" fornite ai medici di alcuni nosocomi romani. Uno panno antipolvere perché anche le mascherine chirurgiche ormai sono introvabili. La denuncia è arrivata al nostro giornale tramite un'infermiera che ci racconta di una situazione ormai ai limiti per gli operatori sanitari, in prima linea da settimane per combattere l'emergenza Covid-19. "Qua è inutile che le persone ci fanno l'applauso alle 18 di sera. Abbiamo bisogno di protezioni perché se noi ci ammaliamo poi chi curerà le persone? Ci aspettiamo il picco per settimana prossima e siamo già pochi se qualche infermiere o medico si ammala si rischia di non avere medici in pronto soccorso" spiega la donna preoccupata. L'Usb (Unione Sindacale di Base) ha diffuso una nota per denunciare "le situazioni estreme nelle quali sono costretti a operare in tutta Italia, che fanno crescere la rabbia di chi è allo stremo dopo settimane di lavoro ininterrotto in condizioni impossibili, spesso e volentieri nascoste agli italiani".
"Come vi sentireste se non ci fossero più mascherine per medici, infermieri, personale tecnico e addetti alle varie operazioni logistiche? – prosegue la nota – Come vi sentireste se invece di una mascherina foste costretti a usare panni antipolvere con due buchi per le orecchie? Come vi sentireste se, dopo aver lavorato in corsia, nelle terapie intensive, al triage, quindi a stretto contatto con pazienti e colleghi già infetti, vi negassero la possibilità di un tampone di controllo, quello stesso tampone che in caso di positività di un calciatore viene effettuato a tutta la squadra e all’intero staff senza battere ciglio?".
Il racconto di un'infermiera contagiata
Ieri abbiamo ricevuto la testimonianza di un'altra operatrice sanitaria romana, che in questo momento si trova in isolamento a Cecchignola dopo essere rimasta infettata. "Le mascherine con il filtro erano terminate, abbiamo lavorato con le mascherine chirurgiche. Io la indosso sempre anche prima dell'emergenza Covid-19 perché sono immunodepressa, ma come dimostra il mio caso non sono servite a nulla". Lei è solo una dei tanti operatori sanitari che ha contratto il coronavirus in queste settimane, lavorando instancabilmente tra le corsie e i triage, spesso nella confusione dei protocolli da seguire e soprattutto nella prima fase senza protezioni adeguate. Protezioni che però ora scarseggiano un po' ovunque e purtroppo anche negli ospedali.