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Covid 19

L’appello della Regione Lazio: “La donazione è sicura, c’è bisogno di sangue”

La Regione Lazio ha lanciato un appello ai donatori di sangue chiedendo loro di continuare a donare. Il ministero della Salute riconosce  ai donatori la possibilità di andare a donare, in quanto la donazione di sangue ed emocomponenti può essere considerata inclusa tra le “situazioni di necessità”.
A cura di Enrico Tata
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L'appello della Regione Lazio
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A causa dell'emergenza sanitaria in corso legata alla diffusione del nuovo coronavirus si registra un vistoso calo delle donazioni di sangue, che continuano però ad essere importantissime per la vita quotidiana degli ospedali italiani. La Regione Lazio ha per questo pubblicato un appello a tutti i cittadini, ricordando che la donazione è sicura e sono stati attivati percorsi specifici per coloro che si recheranno a donare il loro sangue. Questi spostamenti, ricorda la Regione, sono consentiti.

Questo l'appello della Regione Lazio:

In questi giorni di emergenza sanitaria stiamo registrando un calo delle donazioni di sangue. Negli ospedali sono presenti strutture specificatamente destinate alla sola accoglienza dei donatori e al loro percorso di donazione, con personale dedicato e formato. Ricordiamo a tutti che gli spostamenti per effettuare le donazioni di sangue sono consentiti.

Le donazioni di sangue sono consentite

Il ministero della Salute riconosce  ai donatori la possibilità di andare a donare, in quanto la donazione di sangue ed emocomponenti può essere considerata inclusa tra le “situazioni di necessità”. Riconosce inoltre che:

– le attività di donazione del sangue e degli emocomponenti sono livelli essenziali di assistenza sanitaria, ai sensi dell’art. 5 della legge 219/2005,

– stante l’emergenza epidemiologica legata al COVID-19, numerose regioni segnalano una riduzione delle presentazioni dei donatori nelle sedi di raccolta pubbliche (intra-ospedaliere) e associative (sul territorio),

– la conseguente carenza di emocomponenti è, attualmente, parzialmente bilanciata dalla riduzione delle attività chirurgiche elettive, seppur non in tutte le Regioni,

– tale carenza di emocomponenti impatta negativamente sulla possibilità di mantenere la continuità delle attività assistenziali indifferibili di medicina trasfusionale erogate quotidianamente a circa 1.800 pazienti.

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