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Covid 19

Anestesisti e rianimatori: “In terapia intensiva la battaglia decisiva e più difficile contro il Coronavirus”

Luigi Riccioni, responsabile del comitato etico della Siaarti (Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva) e in forze alle sale operatorie di un importante ospedale romano, è intervenuto telefonicamente ai microfoni di Fanpage per spiegare le difficoltà che il personale si sta trovando ad affrontare, e lancia un appello: “Sono stati fatti già numerosi sforzi aumentando le risorse interne ma non basta”.
A cura di Simona Berterame
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In tutta Italia e in particolare nel nord del paese, medici e infermieri stanno combattendo una battaglia quotidiana contro il Covid-19. Le vere trincee di questa emergenza sono i reparti di terapia intensiva, dove i posti sono sempre meno e gli operatori sanitari lavorano con turni sempre più massacranti mentre le risorse e i posti letto scarseggiano sempre di più. La sanità lombarda è sempre più in difficoltà e se non si riuscisse a contenere il virus con le nuove norme restrittive diramate dal governo, il rischio è che anche gli ospedali del resto d'Italia si ritrovino sull'orlo del collasso. "Siamo vicini all'esaurimento delle nostre risorse. Stiamo facendo miracoli nell'aver recuperato più di 200 posti in terapia intensiva in una settimana e mezza. Dovremmo mettere a disposizione altri 100 posti in terapia intensiva nei prossimi giorni. Abbiamo un progetto per creare 400 posti di terapia intensiva presso la fiera di Milano". Ha dichiarato questa mattina Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia questa mattina a Rai Radio1 . "Speriamo che la protezione civile ci mandi il personale e i macchinari che ci mancano – ha aggiunto – peò se non interveniamo invertendo la crescita non ce la faremo mai ad essere veloci quanto il virus". Nel Lazio si sta lavorando ad aumentare i posti in terapia intensiva – 150 solo allo Spallanzani – ed è quasi pronto al Columbus del Gemelli un nuovo centro per gestire i ricoveri dei pazienti positivi.

Anestesisti e rianimatori chiamati a scelte drammatiche

Servono più posti di terapia intensiva, questo è il nocciolo della questione secondo Luigi Riccioni, responsabile del comitato etico della Siaarti (Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva) e in forze alle sale operatorie di un importante ospedale romano, è intervenuto telefonicamente ai microfoni di Fanpage. "Sono stati fatti già numerosi sforzi aumentando le risorse interne ma non basta. Le sale operatorie sono state chiuse per utilizzare il materiale e sono stati recuperati ventilatori che non venivano usati ma la situazione resta critica nel nord Italia". Sul piano emotivo e professionale si tratta di una situazione senza precedenti e per questo Siaarti ha diffuso un documento indirizzato ad anestesisti e rianimatori come indicazioni su come agire in giorni anomali come questi. Si è discusso tanto infatti delle scelte che i medici sono portati a fare, privilegiando in rianimazione i pazienti più giovani e con un'aspettativa di vita maggiore. Riccioni ci spiega che tali scelte, che possono sembrare ciniche ai più, vengono compiute nei reparti di rianimazione anche in situazioni normali, per evitare ad esempio inutili sofferenze ad un paziente con quadri clinici troppo gravi per uscire indenni da trattamenti intensivi. "Invitiamo soprattutto i colleghi più giovani e inesperti a fare attenzione – continua Riccioni citando il documento – e di evitare di trattare pazienti la cui prognosi sarebbe comunque infausta". La speranza è che non si arrivi alla cosiddetta "medicina delle catastrofi" ovvero in condizioni di estrema difficoltà, come in caso di guerra, dove il medico è davvero costretto a fare delle scelte drastiche e ciniche. Ma siamo, per fortuna, ancora lontani da uno scenario di questo tipo.

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