Coronavirus, a Roma sono 42 i medici e gli infermieri in isolamento. E il numero cresce
Sono in tutto 42 i medici e gli infermieri in isolamento nella Capitale, dopo essere entrati in contatto o potenzialmente in contatto con pazienti risultati positivi al nuovo coronavirus. All'ospedale San Filippo Neri di Roma – dove un uomo è risultato positivo e ora si trova ricoverato in terapia intensiva allo Spallanzani – sono in tutto 15. Sempre a Roma in isolamento si trovano 12 dipendente dell'ospedale San Camillo, 10 dell'ospedale Sant'Andrea e 5 dell'ospedale San Giovanni, dove una donna è deceduta ed è risultata positiva al primo tampone. Ma il numero è destinato ad aumentare nelle prossime ore. A renderlo noto a Fanpage.it è Natale Di Cola segretario del Cgil Roma e e Lazio. A questi andrebbero aggiunti medici e infermieri in isolamento in altri ospedale della regione, come il Belcolle di Viterbo e l'ospedale San Raffaele di Cassino, afferente al Gruppo Angelucci, dove sarebbero addirittura 50 da quanto si apprende dalla stampa locale.
Cgil: "Mobilitare anche la sanità privata nel Lazio"
“Raddoppiare i posti letto, nelle terapie intensive e per le malattie infettive, significa creare una sinergia con tutti gli operatori coinvolti, senza trascurare i lavoratori in prima linea, garantendo a tutti adeguati dispositivi e protocolli, aumentando le dotazioni di medici e infermieri con ogni strumento possibile. – scrive la Cgil in una nota – Dalle graduatorie di concorsi alle stabilizzazioni, a procedure di reclutamento straordinarie”. Il sindacato chiede anche la mobilitazione delle "strutture private accreditate", i cui lavoratori "sono in mobilitazione per un rinnovo di contratto fermo da 13 anni, che ha significato perdita di salario e tutele e una profonda disparità rispetto ai colleghi del pubblico”.
Emergenza Coronavirus: prorogati i contratti in scadenza negli ospedali
Intanto dalla Regione Lazio, dopo gli incontri con le parti sociali, è arrivata l'indicazione a tutte le aziende sanitarie territoriali, di prorogare i contratti a tempo determinata in scadenza "relativamente ai profili correlati all'assistenza per i connessi effetti sulla prevenzione e gestione dell'emergenza epidemiologica in oggetto. La proroga di tali rapporti è valida sino a ulteriori e successive disposizioni da parte della scrivente direzione". Un provvedimento per evitare di trovarsi con meno personale in un frangente così delicato.