Coppedè: un palazzo nuovo al posto del villino storico. “La rigenerazione urbana così è uno scempio”
Una palazzina bianchissima di quattro piani svetta tra i villini storici del quartiere Coppedè di Roma. Lo stabile ha preso il posto del villino Naselli, situato in via Ticino 3 ai margini della gemma liberty della Capitale, abbattuto non senza numerose polemiche ad ottobre 2017. I sit-in, gli esposti, gli appelli attraverso la stampa non sono serviti ad evitare l'abbattimento del villino adiacente alla casa del tenore Beniamino Gigli. Progettato dallo studio Z14 e curato negli interni dallo studio Aniello Tasca di Roma, a tre anni dall'inizio dei lavori la palazzina è pronta e alcuni appartamenti (soluzioni abitative che vanno dai 50 mq ai 400 mq commerciali) sono già stati venduti. "Un nuovo innesto nel prestigioso quartiere Coppedè, che affonda le radici nel passato guardando al futuro – così viene descritta la palazzina T3 sul sito dedicato – la cortina di mattoncini che ne contraddistingue il volume laterale lo lega coerentemente al quadro architettonico nel quale si colloca".
Le polemiche intorno alla palazzina
Ma quella fila di mattoncini su un versante del palazzo non riesce a convincere i residenti e i visitatori che si recano nel quartiere per ammirare le bellezze architettoniche realizzate ad inizio Novecento. "Lo trovo uno scempio", sentenzia una passante mentre osserva con disappunto la palazzina bianca. "È veramente fuori contesto", aggiunge un altro mentre passeggia con il cane. Va detto, tutto nel rispetto della legge, quella legge sulla rigenerazione urbana contro la quale si sono scagliati numerosi comitati del quartiere Trieste e non solo. "Finché i legislatori non si renderanno conto che l'articolo 6 della rigenerazione urbana deve essere emendato e che il piano territoriale paesaggistico deve dare tutela sia al centro storico che ai tessuti storici, cose di questo genere si potrebbero ripetere in qualsiasi punto della città di Roma", spiega Vanna Mannucchi di Italia Nostra, una delle associazioni che si batte per salvaguardare le bellezze storiche del nostro Paese.
La storia del quartiere
Con le sue 26 palazzine e 11 villini il quartiere Coppedè rappresenta un angolo magico della Capitale, uno scorcio inaspettato concentrato in poche centinaia di metri attraverso uno straordinario mix di Art Decò, stile Liberty con influenze di arte greca, gotica, barocco e persino medievale. Le ville più antiche sono state realizzate tra il 1915 e il 1926 dall'architetto Gino Coppedè, da cui poi il quartiere ha preso il nome. Il complesso si snoda intorno alla piazza principale, piazza Mincio dove sorge la Fontana delle Rane, saltata agli onori della cronaca in passato per il bagno che i Beatles vi fecero dopo un loro concerto tenuto nella discoteca Piper. Questo piccolo quartiere ha ospitato numerose pellicole dato il suo aspetto così eccentrico e irripetibile: dai film horror di Dario Argento al film di Nanni Loy con Vittorio Gassman fino ad una fiction di Carlo Vanzina.