Container di 17 metri quadri per i senza casa: così il comune accelera sugli sgomberi
A denunciarlo alle telecamere di Fanpage.it erano stati alcuni giorni fa gli attivisti dei movimenti di lotta per la casa di Roma: i prefabbricati donati da Ikea che stavano venendo montati nel piazzale della sede della Croce Rossa in via Ramazzini erano destinati proprio ai cittadini in emergenza abitativa, che saranno sgomberati dagli immobili che occupano. In pole position le centinaia di persone che vivono all'interno di un palazzo occupato in via Carlo Felice e in un altro edificio in via del Policlinico.
Casette prefabbricate per senza casa e sgomberati
Se prima erano solo ipotesi – evidentemente ben fondate – ora la conferma arriva dallo stesso bando a inviti di Roma Capitale, in cui la Croce Rossa appare come unico partecipante. La stessa gara specificava come i senza casa sarebbero potuti essere ospitati anche in strutture prefabbricate, stanziando poco meno di 900.000 euro per un anno. Un provvedimento resosi necessario a seguito delle indicazioni del ministero dell'Interno – scaturita dalle polemiche e gli effetti dello sgombero dell'occupazione di rifugiati in piazza Indipendenza – che dispone di procedere con gli sgomberi solo a seguito dell'individuazione di soluzioni alternative.
La Croce Rossa: "Intento è tutelare chi ha bisogno"
Il montaggio delle casette, diciassette metri quadri dove dovrebbero trovare casa intere famiglie, aveva attirato critiche anche perché è iniziata a gara ancora aperta, questione a cui la Croce Rossa ha risposto così in una nota: "Non c'è dunque alcun legame né temporale né causale diretto con il bando del Comune di Roma. Come già più volte dichiarato nei mesi scorsi, CRI Roma intende dare vita a Via Ramazzini ad una "Cittadella della Solidarietà", con il concorso di chi vorrà sostenere questo progetto, mettendo a disposizione della città queste strutture per situazioni di sola emergenza. Ed è con questo spirito che abbiamo partecipato al bando del Comune di Roma con l'intento di tutelare persone in stato di bisogno e in emergenza, posto che queste casette non sono e non possono essere una soluzione abitativa se non per un periodo breve e in emergenza. Essendo la casa un diritto inalienabile e fondamentale e le casette del nostro centro una soluzione emergenziale e temporanea".
La denuncia: "Tempi stretti e scarsa trasparenza"
L'associazione di giuristi Alterego – Fabbrica dei diritti denuncia la scelta dell'amministrazione di Virginia Raggi, ma anche la scarsa trasparenza dell'operazione: "La determina del Comune di Roma viene pubblicata il 27 ottobre, fissando al 15 novembre il termine ultimo per la presentazione delle offerte e al 1 dicembre la data di attivazione delle “strutture di accoglienza” per gli sgomberati. Tempi strettissimi che hanno portato subito la stampa a ritenere plausibile come unico possibile aggiudicatario la Croce Rossa Italiana che, da diversi mesi, stava riorganizzando il campo di via Ramazzini attraverso dei moduli prefabbricati rispondenti perfettamente in numeri, capienza e struttura ai requisiti richiesti dal bando per aggiudicarsi gli 890.600,00 euro".
Emergenza abitativa: è questa la risposta giusta?
Il rischio è che chi si trova in una situazione di emergenza abitativa passi da un giorno all'altro da una casa – occupata si ma sempre una casa – a un prefabbricato con spazi angusti, senza cucina o intimità e autonomia per ogni nucleo familiare, lontano dalle scuole frequentate dai bambini e senza una prospettiva oltre la risposta all'immediata emergenza. Il tutto stanziando 860.000 euro di fondi pubblici. Certo, nessuno pretende che l'amministrazione di Virginia Raggi abbia la bacchetta magica: ma siamo sicuri che questa sia la direzione giusta?