Coniugi uccisi a Viterbo e avvolti nel cellophane, il figlio resta in carcere
Ermanno Fieno resterà in carcere. Per lui, accusato della morte dei suoi genitori, il gip di Imperia ha deciso la convalida del fermo e ha emesso un'ordine di carcerazione. Oggi, nel corso dell'interrogatorio davanti al giudice, l'uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere, decisione che aveva già preso sabato scorso quando era stato ascoltato dagli inquirenti a Viterbo.
Rosa Franceschini, 79 anni, e Gianfranco Fieno, 83, i genitori di Ermanno, sono stati trovati morti la settimana scorsa rinchiusi in sacchi di plastica. Loro figlio, sospettato fin dall'inizio dai pm che si occupano dell'indagine, è stato fermato a Ventimiglia, mentre stava cercando di lasciare l'Italia. Il gip del tribunale di Imperia ha inviato gli atti al tribunale di Viterbo, i cui giudici decideranno in merito alla probabile richiesta di rinvio a giudizio che presenterà la procura del capoluogo della Tuscia. Per ora Fieno è accusato dell'omicidio della madre, mentre invece si attendono i risultati dell'autopsia sul corpo del padre, che potrebbe essere morto per cause naturali. Stando a quanto si apprende, un possibile movente dell'omicidio sarebbe legato alla proposta dell'uomo alla madre di continuare ad usufruire della pensione del papà anche dopo la sua morte.
La ricostruzione dell'omicidio di Viterbo
Il corpo della signora Franceschini, nascosto insieme a quello del marito in un sacco di cellophane, presentava una profonda ferita alla testa. Secondo gli investigatori potrebbe essere stata uccisa dal figlio 40enne, che viveva in casa con i genitori, con un attizzatoio da camino. La presunta arma del delitto è stata recuperata nell'appartamento della famiglia a Viterbo.
