Condannati sei esponenti del clan Fragalà, associazione mafiosa che terrorizzava il litorale romano
Quattordici anni di carcere con il riconoscimento del 416 bis a Vincenzo D'Angelo, dieci anni per Emidio Coppola , otto anni e quattro mesi con il 416 bis per Renato Islami, sette anni e quattro mesi con il 416 bis a Francesco Loria, sette anni sempre con il 416 bis a Enrik Memaj e sette anni per Manolo Mazzoni. Queste le pesanti condanne emesse oggi dal gup del Tribunale di Roma per sei esponenti del clan Fragalà, associazione a delinquere di stampo mafioso operativa tra Roma e Catania dedita al traffico di sostanze stupefacenti e all'estorsione. Attivi soprattutto sul litorale romano, tra Pomezia, Ardea e Torvaianica, i sei sono stati condannati con il rito abbreviato: erano stati arrestati nell'ambito dell'operazione Equilibri, messa in atto nel 2019. Le indagini avevano portato all'arresto di 31 persone, 28 finite in carcere e 3 ai domiciliari con le pesanti accuse di associazione di tipo mafioso, estorsione, danneggiamento seguito da incendio, detenzione e porto abusivo di armi, traffico di stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori e favoreggiamento personale. Il tutto aggravato dal metodo e dalle finalità mafiose.
L'operazione Equilibri del 2019
Factotum dell'associazione era Vincenzo D'Angelo, colui che ha ricevuto la condanna più pesante: quattordici anni di reclusione. Era lui che in prima persona pensava a mettere in atto le estorsioni e a organizzare il traffico di stupefacenti in accordo con la mafia catanese. Le indagini, svolte tra il 2014 e il 2017, sono state molto fruttuose anche per le informazioni ricevute da un collaboratore di giustizia. Durante il blitz che ha portato gli esponenti del clan Fragalà in carcere, i carabinieri del Raggruppamento operativo speciale avevano sventato anche un sequestro di persona, hanno liberato l'ostaggio e arrestato le otto persone che lo tenevano prigioniero. Sempre durante la perquisizione è stata trovata una formula di affiliazione mafiosa: "Sette cavalieri di mafia si riunirono nel 1973 per un giuramento a sangue, lo nascosero in una ‘damigianella'. Chi lo scoprirà sarà colpito da sette coltellate".