Condannate a 11 anni le torturatrici di Regina: la 29enne costretta a prostituirsi e a ingozzarsi

Sono state condannate a undici anni di carcere Roberta Poduti e la madre Maria. Si conclude così il processo nei confronti delle due donne, accusate di aver costretto Regina, una 29enne di Albano Laziale, alle porte di Roma, a prostituirsi e a ingozzarsi di cibo fino a farla ingrassare di oltre dieci chili. Le due sono state condannate per induzione alla prostituzione, lesioni e minacce. Insieme a loro è stato condannato, a dieci anni di carcere, anche il compagno di Roberta, Alberto Falco, 29 anni. La notizia è stata riportata da Giulio De Santis sul Corriere della Sera in edicola oggi.
Regina, seviziata, torturata e costretta a prostituirsi
Secondo i pm, che avevano chiesto nove anni per violenza privata e lesioni gravissime, Roberta, la mamma e il compagno Alberto hanno "adoperato sevizie e agito con crudeltà". Regina è stata picchiata più volte, addirittura ustionata con un ferro da stiro e con un cucchiaio rovente, costretta a consegnare a Roberta tutti i soldi guadagnati organizzando appuntamenti in casa: "Se non portavo i soldi mi picchiava, se non mangiavo mi picchiava", ha raccontato Regina agli inquirenti. "Roberta mi dice che, oltre a portare il denaro, c’è un’altra prova per superare il male, mangiare elevate quantità di cibo. A colazione ciambelle. A pranzo: cotolette, supplì, fritti. A cena, fino a dieci panini e pasta. A giugno subisco la cancellazione della mia identità. Mi fanno mangiare i panini che vomito. Mi rasano i capelli, le sopracciglia. Il ragazzo di Roberta mi passa il ferro da stiro sui glutei. Mi dicono che devo subire le torture, che il male ha deciso così", è ancora il terribile racconto della 29enne. Quando le forze dell'ordine l'hanno salvata era irriconoscibile: ingrassata di oltre dieci chili, con lividi su tutto il corpo e bruciature gravissime. Un cliente, preoccupato per lo stato della ragazza, ha deciso di chiamare la polizia.