Comunali Roma 2016, centrodestra e centrosinistra in cerca di unità per battere il M5S
Così non si va da nessuna parte. E a poco più di sessanta giorni dal voto, il centrodestra e il centrosinistra, cercano di ritrovare l'unità per battere il Movimento 5 Stelle. Divisi, i due campi del bipolarismo che fu, sembrano non aver speranza di battere il Movimento 5 Stelle, almeno secondo le proiezione dei sondaggi: il candidato del Pd Roberto Giachetti ha molto terreno da recuperare rispetto a Virginia Raggi, ed è tallonato da vicino da Giorgia Meloni. Se Giachetti ha bisogno della sinistra per essere più sicuro di arrivare al ballottaggio (e per vincere ad un eventuale secondo turno), il centrodestra unito aumenterebbe, e di molto, le chance di piazzarsi dietro i grillini.
Centrosinistra: Giachetti getta l'amo, caos dentro Sel
"Sel, Sinistra italiana, torni con noi. Il voto di Roma non è l’antipasto delle politiche. Azzoppare me, penalizzare il candidato della sinistra che può vincere non aiuterà a migliorare Roma anzi porterà a politiche lontane dai nostri ideali comuni", questo l'ultimo appello del candidato del Pd Roberto Giachetti a chi ad ora sostiene, in molti casi con scarsa convinzione, la candidatura autonoma di Stefano Fassina. Dalla Regione Lazio, dove Massimiliano Smeriglio di Sel governa con il Pd e vorrebbe continuare a farlo, ai municipi, dove il centrosinistra continua a essere unito, in tanti nel partito di Vendola vorrebbero trovare un accordo. Soprattutto perché è il candidato che non funziona: se ci fosse stato in campo un nome come quello di Massimo Bray in grado di pescare consensi anche nell'area dem e in un più ampio spazio della società civile, andare da soli avrebbe avuto il sapore della sfida, ma così potrebbe dire consegnarsi all'irrilevanza politica. Questo il ragionamento che si ascolta in una parte di Sel, mentre l'area vicina a Nicola Fratoianni tira dritto per la corsa solitaria con Stefano Fassino, o con un altro nome se venisse fuori anche in extremis.
Centrodestra: verso un accordo per il Campidoglio?
Se il centrosinistra ha i suoi problemi, il centrodestra appare frantumato con quattro candidature: Giorgia Meloni, Guido Bertolaso, Alfio Marchini e Francesco Storace. E se sembra difficile un recupero di quest'ultimo in un quadro unitario, ora che i sondaggi mostrano che se il centrodestra fosse unito potrebbe davvero aspirare a tornare in Campidoglio, le beghe e i litigi con al centro non tanto la partita romana ma la leadership nazionale, possono essere messi da parte. Se Alfio Marchini ha confermato che nei "prossimi giorni il quadro si semplificherà". La proposta di Giorgia Meloni è ormai nota, e vedrebbe lei se stessa nel ruolo di candidato sindaco (forte dei sondaggi che la danno nettamente come il primo nome del centrodestra), Alfio Marchini come candidato vice e Guido Bertolaso nel ruolo di "city manager". Una proposta che scontenta sia Marchini, che non vorrebbe rinunciare al suo nome sulla scheda e ad essere il leader di uno schieramento "civico", sia Silvio Berlusconi, che ha già chiarito che il suo candidato Bertolaso non si può accontentare del ruolo di "city manager". È la persona giusta, va ripetendo il Cavaliere.