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Comunali 2016 Roma, i presidenti di municipio chiedono a Sel e Pd di non dividersi

Si chiama #PerRoma l’appello lanciato da tutti i minisindaci dei 15 municipi di Roma in vista delle prossime elezioni. I minisindaci chiedono unità a Pd e Sel e primarie per tutto il centrosinistra, ripartendo proprio dai programmi. Ma Stefano Fassina, candidato per la sinistra non ne vuole sapere: “Alternativi al Pd”.
A cura di Valerio Renzi
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Si chiama #PerRoma l'appello lanciato da tutti i minisindaci dei 15 municipi di Roma, tutti di centrosinistra, in vista delle prossime elezioni comunali. L'iniziativa presentata oggi alla Casa della Città si terrà il prossimo 23 gennaio al Teatro Brancaccio. Un appello all'unità del centrosinistra ma soprattutto a non disperdere il patrimonio di questi anni di amministrazione locale, che i presidenti hanno visto interrotta loro malgrado dopo la fine dell'esperienza della giunta Marino.

I 15 minisindaci chiedono che si svolgano "primarie per tutti i candidati del centrosinistra e un confronto pubblico, aperto". Insomma Sel e il Pd si presentino uniti davanti agli elettori e alla città per "rimettere in campo un'opzione progressista capace di battere le destre e i populismi". E così mentre il Partito democratico non ha ufficializzato nessun nome per la candidatura e Sel è divisa, tra chi vorrebbe rinnovare l'alleanza di centrosinistra e chi vorrebbe correre da solo, l'iniziativa dei 15 presidenti prova a condizionare il dibattito che si sta svolgendo all'interno dei rispettivi partiti.

"La nostra sfida è delineare il campo del centro sinistra non perdendo pezzi ma acquisendone – ha dichiarato il presidente del I Municipio Sabina Alfonsi – Noi siamo quelli che stanno governando questa città nel momento più difficile, con la crisi economica, con Mafia capitale, e poi anche col commissariamento. Sembra che nessuno si assuma la responsabilità di dire come andremo alle prossime elezioni amministrative, che cosa metteremo nel programma, che cosa non è andato, che cosa non siamo riusciti a fare con la Giunta Marino".

All'appuntamento del Brancaccio sono attesi tanti amministratori locali, militanti e cittadini, ma anche il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, il vicepresidente della Pisana Massimiliano Smeriglio di Sel, il commissario del Pd romano Matteo Orfini e chissà che non si affaccerà proprio l'ex sindaco Ignazio Marino, che ha fatto sapere di aver rinnovato la tessera del Partito democratico.

Fassina: "Per battere le destre serve alternativa al Pd"

Pur apprezzando lo sforzo di partire dai contenuti e non dai nomi, Stefano Fassina, che ha già lanciato la sua corsa al Campidoglio per uno schieramento di sinistra autonomo dal Pd, non è convinto delle ragioni dei minisindaci. "Capisco con quale spirito i presidenti di Municipio abbiano promosso l'iniziativa al Brancaccio il 23 Gennaio Parteciperò per ascoltare e, se possibile, anche per ricordare le ragioni profonde della fine del centrosinistra a Roma e in Italia", ha dichiarato Fassina per poi chiarire però come "il centrosinistra è finito nel nostro popolo. Nessuna retorica di palazzo lo può resuscitare dopo la rottura in Campidoglio avvenuta nel luglio scorso e la liquidazione dell'amministrazione Marino dal notaio".

E proprio sui programmi rilancia la sua sfida al Pd l'ex esponente dem passato a Sinistra Italiana: "Abbiamo proposto di fermare la speculazione edilizia a Tor di Valle, coperta con la foglia di fico dello Stadio di Pallotta, di ristrutturare il soffocante debito capitolino e cancellare la delibera 88 per utilizzare il patrimonio capitolino. Abbiamo proposto, inoltre, di stabilizzare le insegnanti e le educatrici invece di privatizzare i nidi, e di sbloccare il salario accessorio per i dipendenti capitolini. Obiettivi concreti e scelte di radicale discontinuità anche con il centrosinistra. Qual è invece il programma del Pd?".

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