Coca, viaggi e cene di lusso: la vita dell’ex abate di Cassino con i soldi della carità
Un quadro choccante per la Chiesa e per i fedeli quello che emerge dall'inchiesta che ha portato all'arresto di Don Pietro Vittorelli, ex abate di Montecassino, una delle abbazie più importanti nella storia d'Italia e d'Europa, simbolo della movimento monastico fondato da San Benedetto.
Il prelato si sarebbe concesso lussi e vizi con i soldi dell'8 x 1000 destinati alle opere di carità. Cene di lusso, droghe, viaggi in Sud America, hotel a 5 stelle che Vittorini avrebbe pagato con disinvoltura con i soldi della Chiesa. Nel 2008 viene nominato a 46 anni abate da Papa Ratzinger, Vittorini fin da subito si sarebbe messo a usare per fini personali i beni nelle disponibilità dell'ente religioso che avrebbe dovuto condurre rettamente. Secondo il Corriere della Sera l'ex abate avrebbe prelevato nel novembre del 2008 ben 114.000 euro dal conto dello Ior intestato all'Abbazia di Montecassino.
Quello del novembre del 2008 sarebbe però solo il primo di una lunga serie di prelievi fatti dall'abate, che sposta i soldi da un conto all'altro con la complicità del fratello Massimo, facendo passare i soldi dallo Ior a conti di cui dispone personalmente. I due fratelli con i soldi di Montecassino fanno investimenti: comprano quattro appartamenti e due magazzini.
E poi ci sarebbe la bella vita, a base di lussuose cene e festini: nel 2010 Don Pietro viene ricoverato al San Camillo di Roma, si ipotizza un'overdose di droghe sintetiche mentre nelle urine si trovano tracce di cocaina. Nel 2012 una nuova crisi cardiaca che lo terrà impegnato in una lunga convalescenza. Infine del 2013 si dimette per motivi di salute, ma poco prima di lasciare il suo incarico compie l'ultimo furto da quel conto destinato alle opere per i poveri e per la vita dell'Abbazia.