166 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Cinquina, intitolata scuola a Lea Garofalo, collaboratrice di giustizia uccisa dalla ‘ndrangheta

La scuola primaria del comprensorio Uruguay che si trova a Cinquina è stata dedicata a Lea Garofalo, collaboratrice di giustizia e vittima della ‘ndrangheta. La donna è stata uccisa nel 2009 dall’ex compagno e altri quattro uomini. Si tratta del primo istituto intitolato a una donna che ha combattuto le mafie.
A cura di Natascia Grbic
166 CONDIVISIONI
Immagine

La scuola primaria dell'istituto comprensivo Uruguay che si trova a Cinquina, alla periferia di Roma, è stata intitolata a Lea Garofalo, collaboratrice di giustizia italiana e vittima della ‘ndrangheta. L'inaugurazione è stata fatta oggi e la targa scoperta tra gli applausi generali. "Da adesso la scuola di cinquina prende il nome di Lea Garofalo, una donna esempio di coraggio di generosità e di lotta per la giustizia – ha scritto su Facebook Claudia Pratelli, assessora nel III Municipio ai servizi educativi, alla scuola, allo sport, alle pari opportunità, ai diritti civili e alla partecipazione –  È un momento straordinariamente importante per la scuola e per tutto il nostro municipio. È un tassello nella memoria collettiva ed è un monito: la lotta alle mafie ci riguarda tutti e ha bisogno delle scuole. È da qui che si cambia la storia".

Chi era Lea Garofalo, la collaboratrice di giustizia uccisa dalla ‘ndrangheta

Lea Garofalo era la compagna di Carlo Cosco. Entrambi appartenevano a due tra i clan più in vista della ‘ndrangheta, ma dopo l'omicidio del fratello Floriano, Lea ha iniziato a collaborare con la giustizia, dando informazioni sulle attività delle varie famiglie durante il processo. Dell'omicidio di suo fratello Floriano Garofalo ha accusato il cognato Giuseppe e l'ex convivente Carlo Cosco. Per le sue ammissioni, nel 2002 è stata inserita insieme alla figlia Denise nel programma di protezione testimoni dal quale è stata però fatta uscire nel 2006 perché considerata poco attendibile. Nel 2007 è riuscita a entrare di nuovo nel programma, ma in seguito ha deciso di uscirne di sua spontanea volontà. È stata uccisa nel 2009 da Carlo Cosco, che l'ha prelevata a Milano a pochi passi da Corso Sempione. Le ha tolto la vita insieme ad altri uomini in un appartamento e il suo corpo è stato dato alle fiamme per tre giorni. Solo qualche anno sono stati ritrovati dei frammenti ossei nel quartiere di San Fruttuoso, alle porte di Monza. Tutti e quattro i suoi assassini, Carlo e Vito Cosco, Rosario Curcio e Massimo Sabatino sono stati condannati all'ergastolo, pena confermata anche dalla Cassazione.

166 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views