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Cinema America: “Siamo sotto ricatto delle lobby, ci stanno costringendo annullare stagione estiva”

I Ragazzi del Cinema America in una lettera rivolta al proprio pubblico denunciano come se non cambierà nulla si vedranno costretti ad annullare la stagione estiva di proiezioni all’aperto. Il dito è puntato contro “la lobby dei distributori e delle catene di multiplex” che non stanno concedendo le pellicole da proiettare (ovviamente dietro compenso) accusando le arene dell’America di “concorrenza sleale” essendo gratuite.
A cura di Redazione Roma
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"Siamo sotto ricatto". Dalla pagina Facebook I Ragazzi del Cinema America lanciano accuse pesantissime al mondo del cinema italiano, e annunciano che non si troverà una soluzione saranno costretti ad annullare la stagione della proiezioni estive in piazza San Cosimato a Trastevere, a Ostia e al Casale della Cervelletta già annunciata. Gli attivisti puntano il dito contro "la lobby dei distributori e delle catene di multiplex" che stanno bloccando le concessioni dei film. Il punto dello scontro con l'ANICA, presieduta da Francesco Rutelli che rappresenta i distributori, e con l'ANEC, che rappresenta invece i gestori delle sale, è la gratuità dell'evento.

"Di oltre 140 film richiesti alle case di distribuzione per programmare le rassegne a San Cosimato, Ostia e Cervelletta abbiamo ricevuto più di 120 risposte negative. Non ci autorizzano nemmeno i film di proprietà RAI di autori italiani! Tutti “no” ad offerte economiche pari o più alte rispetto all’usuale valore di mercato per la proiezione di quelle opere con proiettori DCI. Siamo senza film, costretti a chiedere il vostro aiuto per combattere questa battaglia", si legge nell'appello denuncia. Da tempo le associazioni di categorie contestano agli schermi estivi dell'America di fare concorrenza sleale alle arene a pagamento. Un'accusa a cui il Cinema America ha sempre risposto sottolineando come non solo hanno sempre pagato le pellicole ai distributori (tra i 55.000 e gli 80.000 euro ogni estate), ma che le proiezioni riguardano solo film che hanno ormai terminato "il loro periodo di sfruttamento commerciale.

I ragazzi dell'America sottolineano poi come il biglietto viene dunque pagato nei fatti dai contributi pubblici e dagli sponsor privati alla manifestazione culturale, ma non dal pubblico: "Di fatto, noi – con i nostri partner e sponsor – offriamo il biglietto a voi, ma quel biglietto viene pagato. Per la nuova edizione, in alcuni casi abbiamo offerto il pagamento anticipato di 1.750 euro a film per 500 spettatori: 3,50 euro a spettatore, che in Italia è la parte di un biglietto intero da 7 euro che spetta al distributore. La risposta? Negativa. Fondamentalmente noi paghiamo questi 3,50 euro per ogni persona che vede il film con i soldi che raccogliamo, rinunciando a ricevere dal pubblico gli altri 3,50 euro che ci spetterebbero in quanto esercenti".

Una battaglia che va avanti da tempo. E qualche sassolino dalla scarpa quelli dell'America hanno deciso di toglierselo, attaccando direttamente il rappresentante dei distributori dell'ANICA Luigi Lonigro, raccontando un retroscena che testimonierebbe l'aperta ostilità alla loro manifestazione: L’anno scorso, durante le giornate delle aggressioni, il rappresentante dei distributori ANICA Luigi Lonigro ci disse che avrebbe voluto aiutarci ma che gli americani (major) non volevano darci i loro film. Allora scrivemmo alle agenzie di distribuzione all’estero, controllando la validità dei loro contratti sul territorio italiano e ottenendo in pochissimi giorni le autorizzazioni per gli stessi film bloccati in Italia. Pochi giorni dopo Lonigro si presentò a San Cosimato a dare la sua solidarietà ai nostri microfoni, mentre in parallelo arrivarono alcune lettere da Londra con l’ordine di annullare tutte le proiezioni di Fox e Warner Bros, con scritto nero su bianco che ‘secondo le direttive dell’ANICA (il famoso Lonigro) non le avrebbero potute autorizzare' Ma i contratti erano stati perfezionati, avevamo pagato e perciò abbiamo proiettato e visto tutti assieme Guerre Stellari".

L'accusa dei distributori è che il Cinema America usufruisce di sovvenzioni pubbliche. Per questo i diretti interessati hanno deciso di fare i conti di quanto costa una manifestazione che ha coinvolta nell'ultima stagione circa 100.000 spettatori. I nostro evento – organizzato da una no-profit quale siamo – ha un costo complessivo di circa 600.000 euro a stagione. Di questi, 300.000 sono sostenuti da finanziamenti pubblici, mentre i restanti 300.000 vengono sostenuti da sponsor privati, incassi del bar, donazioni per le magliette, eccetera. – si legge ancora nel lungo intervento – La scorsa stagione abbiamo avuto circa 100.000 spettatori: per ognuno abbiamo quindi speso 6 euro, di cui 3 di denaro pubblico (ovvero, di tasse pagate da voi e noi). Crediamo che la priorità per l’uso di fondi pubblici debba essere la fornitura di servizi gratuiti per la cittadinanza. Ma soprattutto respingiamo al mittente gli attacchi sull’uso trasparente che facciamo di questi finanziamenti, perché – premio contraddizione – anche chi ci accusa li percepisce, con la differenza che ad essi aggiunge i guadagni dei biglietti. Rivendichiamo il nostro lavoro, perché è un servizio pubblico. Proprio come sono (o dovrebbero essere) gratuiti scuole, giardini, biblioteche e musei, le nostre proiezioni in piazza sono gratis perché vogliamo contribuire allo sviluppo culturale del Paese, come indica il nono articolo della nostra Costituzione. Proiettando quei film, nel nostro piccolo, siamo convinti di dare nuovo valore di mercato a opere datate o indipendenti, le riportiamo sul grande schermo e contribuiamo a creare un’educazione cinematografica che, da ex studenti, possiamo dire che non si insegna a scuola".

Anica: "Accuse gravissime, insensate aggressioni"

"Un comunicato firmato "I ragazzi del Cinema America" sta diffondendo fake news gravissime, anche riportando cifre di fantasia che, se non smentite, porteranno a conseguenze molto serie", fa sapere ANICA in una nota. "L'ANICA ha sempre guardato con simpatia all'esperienza in piazza San Cosimato, tanto da invitare Carocci alla Conferenza sul rinnovamento delle sale cinematografiche ed esprimere amicizia e sostegno a questo progetto. Non esiste un solo atto, in particolare, che possa riferirsi a iniziative di segno opposto da parte di Francesco Rutelli: occorre un'immediata e formale smentita a questo proposito. La Sezione Distributori dell'ANICA, parimenti, non ha avuto alcun contatto con Carocci e i suoi collaboratori nel corso di quest'anno, né avrebbe potuto dare indicazioni commerciali alle aziende associate, che operano in base alle proprie strategie industriali, in un momento tanto difficile. Lo scorso anno il Presidente Lonigro è andato in Piazza San Cosimato a esprimere la solidarietà propria e di tutti gli associati. e anche la Presidente della Sezione Produttori Francesca Cima ha sempre manifestato apprezzamento ad iniziative volte all’avvicinamento del pubblico più giovane. È peraltro sorprendente la superficialità con cui si mostra di ignorare che in questo momento in Italia ci sono settemila lavoratori delle sale cinematografiche e mille delle distribuzioni senza lavoro e in cassa integrazione. Una cifra drammatica cui vanno aggiunti circa 20mila lavoratori dell'indotto. Decine di sale cinematografiche, ed alcune aziende di distribuzione indipendenti italiane hanno annunciato la cessazione definitiva delle attività. Per questo, con grande pazienza e determinazione, l'ANICA e tutte le realtà della filiera stanno lavorando per salvare industrie, occupazione, mercato, autori, maestranze, attori e talenti, e cercare di ripartire in una situazione tanto difficile. Prima di lanciare attacchi irresponsabili, occorrono l'umiltà e la coscienza di sapersi guardare intorno, oltre al proprio specifico caso. Occorre la volontà di cercare soluzioni prima che insensate aggressioni".

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