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Chiesta l’archiviazione per la Raggi, per i pm non è reato dire: “Affari con la mafia? Mica siamo il Pd”

“Affari con Mafia Capitale? Mica siamo il Pd”, scrisse due anni fa su Facebook la sindaca di Roma, Virginia Raggi. Per i pm non è reato perché le parole della prima cittadina sarebbero “una forma di manifestazione dell’esercizio della critica che muove dall’oggettivo coinvolgimento di alcuni esponenti del Pd nei procedimenti e nei processi cosiddetti di Mafia Capitale”.
A cura di Enrico Tata
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La procura di Roma ha chiesto l'archiviazione per Virginia Raggi in merito a un suo post pubblicato su Facebook il 2 ottobre del 2016. Sul social newtwork la sindaca accostava il Partito democratico alle vicende di Mafia Capitale. "Affari con Mafia Capitale? Mica siamo il Pd. I cittadini sanno che quel sistema lo hanno creato loro e noi lo stiamo combattendo. Il premier quando è in difficoltà – ultimamente capita spesso – prova a distogliere l'attenzione e a cambiare argomento. Forse è nervoso perché si avvicina la data del referendum sulle finte riforme. E i confronti in tv lo vedono in grossa difficoltà", scriveva la sindaca, che a sua volta rispondeva a simile accuse rivolte alla sua giunta dall'allora presidente del Consiglio Matteo Renzi.

Secondo gli inquirenti il fatto non costituisce reato perché le parole della sindaca sarebbero "una forma di manifestazione dell'esercizio della critica che muove dall'oggettivo coinvolgimento di alcuni esponenti del Pd nei procedimenti e nei processi cosiddetti di Mafia capitale, nel contesto di una dialettica politica dai toni aspri e assai esasperati, che ha visto la querelata contrapporsi dialetticamente ad esponenti del Pd". Il 13 giugno prossimo il gip di Roma dovrà decidere se accettare la richiesta dei pm e archiviare oppure se mandare la sindaca a processo per diffamazione.

A ottobre di due anni fa la querela nei confronti della sindaca fu annunciata dal tesoriere del Partito democratico Francesco Bonifazi: "Il Partito democratico ha dato mandato ai suoi legali di querelare il sindaco di Roma Virginia Raggi per le dichiarazioni diffamatorie nelle quali ha accostato il Pd alle vicende di Mafia Capitale. Continua da tempo la pratica dell'insulto e della menzogna da parte degli esponenti del Movimento 5 stelle che puntualmente, una volta chiamati a rispondere delle loro affermazioni, ricorrono a tutti i privilegi per non farsi giudicare. Un conto è il dibattito politico, un altro è diffamare. Il Pd non lascerà passare questa pratica votata all'insulto e all'offesa".

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