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Chiede la mazzetta a un ristorante cinese, ma la titolare lo denuncia: condannato ispettore dell’Asl

Un ispettore dell’Asl Roma E, già licenziato dall’azienda sanitaria, è stato condannato a 4 anni e 6 mesi con l’accusa di concussione. L’uomo è stato riconosciuto colpevole di aver chiesto delle tangenti ai titolari di alcuni ristoranti, così da non elevare multe salatissime per alcune presunte irregolarità riscontrate nei locali. A denunciarlo per prima la proprietaria di un ristorante cinese di La Storta.
A cura di Redazione Roma
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La titolare di un ristorante cinese non ha ceduto al dirigente dell'Asl Roma E che gli chiedeva una mazzetta, scegliendo di denunciare l'episodio. Una denuncia che ora ha portato a una condanna a quattro anni e mezzo per l'ispettore per il reato di concussione. La vicenda, raccontato oggi dalle pagine del Corriere della Sera, inizia nel 2014 quando l'ispettore bussa alle porte del ristorante asiatico "Villaggio del wok" a La Storta. Al termine del suo giro nel locale l'uomo spiega alla titolare, una cittadine cinese originaria di Pechino, che le mattonelle del bagno non sono posizionate correttamente, quindi ha due alternative: o si fa notificare una multa salatissima, o altrimenti se non vuole quel salasso basta che gli allunghi una bustarella con 1000 euro all'interno.

Il giudice a quattro anni di distanza ha condannato il dipendente infedele dell'Asl a versare all'azienda sanitaria, da cui è stato licenziato, 15.000 euro come risarcimento. Secondo quanto ricostruito dall'accusa prima di arrivare al "Villaggio del wok", lo stesso ispettore si era recato al ristorante la "Capannina", su via Cassia, chiedendo sempre la cifra di 1000 euro per far finta di non aver visto un'infiltrazione d'acqua nella cucina del locale.

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