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Cerveteri, sequestrano hacker per costringerlo a manomettere slot machine: liberato dopo 3 giorni

Un hacker di 36 anni è stato sequestrato per tre giorni da due rapitori che volevano costringerlo a manomettere delle slot machine per rubare migliaia di euro. In un momento di distrazione dei due uomini, il 36enne è riuscito a prendere il cellulare e contattare il fratello, dicendo di essere stato rapito.
A cura di Natascia Grbic
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Immagine di repertorio
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Hanno sequestrato un uomo di 36 anni, hacker ed esperto informatico, per costringerlo a manomettere delle slot machine e rubare così un gran quantitativo di denaro. Già mesi prima avevano provato a mettere in atto questa frode, ma non c'erano riusciti: e così avevano contratto un debito di migliaia di euro che dovevano assolutamente sanare. E hanno così sequestrato il 36enne, che già prima aveva provato ad aiutarli a manomettere le slot: ma se mesi fa la sua partecipazione era stata volontaria, adesso si è trattato di un vero e proprio rapimento. E così, i due uomini che l'hanno prelevato e nascosto a Cerveteri, adesso si trovano in carcere con un'accusa gravissima: quella di sequestro di persona. Una vicenda da film che si è svolta tra Firenze e Cerveteri, dove il 36enne ha trascorso tre giorni di prigionia prima di essere liberato dai carabinieri della compagnia di Civitavecchia.

Tutto è partito quando un uomo ha chiamato la centrale operativa dell'Arma dei Carabinieri, dicendo che il fratello era stato sequestrato da due uomini e che si trovava a Cerveteri. Aveva infatti ricevuto dei messaggi dal 36enne che, in preda alla disperazione, era riuscito a impossessarsi del cellulare che gli era stato tolto e a inviare delle richieste di aiuto su WhatsApp.  Nei messaggi aveva scritto che si trovava a Capo di Mare di Cerveteri. Sono cinque gli equipaggi partiti per liberarlo: coordinati dal Nucleo operativo e radiomobile del Comando di via A. da Sangallo, in breve tempo hanno trovato il posto dove il 36enne era tenuto prigioniero. Una volta all'interno della stanza, i militari hanno visto che i rapitori avevano disposto due letti davanti alla porta per evitare che l'hacker – in condizioni di salute e igieniche molto precarie – potesse fuggire. Alla vista dei carabinieri l'uomo è scoppiato a piangere e ha raccontato l'agonia passata nei tre giorni di sequestro. I due rapitori si erano introdotti nel palazzo dove abitava a Firenze e lo avevano costretto a seguirlo in macchina minacciandolo con una pistola. Arrivati a Cerveteri, lo avevano privato di tutto, ma grazie a un momento di distrazione era riuscito a prendere il cellulare per contattare il fratello. I due uomini, pluripregiudicati per reati contro la persona, il patrimonio, ed in materia di stupefacenti, sono stati portati in carcere.

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