Centinaia di pesci morti nel Tevere: uccisi da pesticidi, insetticidi e carenza d’ossigeno
Tracce di pesticidi, insetticidi e carenza di ossigeno. Questi i risultati dei test svolti dal servizio di zooprofilassi della Asl Roma 1 sui centinaia di pesci trovati morti nel Tevere il 30 maggio scorso. Risultati che confermato quanto già emerso dagli esami condotti dall'Agenzia regionale per la protezione ambientale del Lazio (Arpa). Come riporta La Repubblica, nello specifico, responsabili della morìa di pesci sono insetticidi come la Cipermetrina utilizzata per zecche e zanzare e Clotianidina, che nonostante le minime quantità presenti, ne hanno provocato il decesso, complice la carenza d'ossigeno. Una quantità minima che però, legata alla mancanza di ossigeno, ne ha causato la morte, quando il maltempo si è abbattuto sulla Capitale, riversando l'acqua dei fossi del Tevere.
Pesci morti nel Tevere
I fatti risalgono alla fine dello scorso mese, quando le carcasse di centinaia di pesci sono comparse galleggiando sulla superficie del fiume che attraversa la Capitale, in particolar modo, nel tratto compreso tra Castel Sant'Angelo e Trastevere. A denunciare l'accaduto le associazioni ambientaliste, come Oipa e Movimento Ecologista Ecoitaliasolidale, che hanno puntato il dito contro l'inquinamento del Tevere, che ha anno chiesto alle istituzioni pubbliche accertamenti a tutela degli animali e della salute pubblica. Non è la prima volta che accade una situazione del genere, ma già nel 2017 si è verificato un episodio analogo. "Chiediamo immediatamente alle Istituzioni preposte ai controlli di accertare immediatamente le cause della moria dei pesci, l’eventuale motivo di inquinamento e quale effetto negativo potrà avere sino al mare".