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Celleno: nell’antica Tuscia romana esiste un borgo fantasma che venne fondato dalle Arpie

Le leggende su questo luogo ormai deserto si perdono nella mitologia, e nelle tante versioni della storia di Enea che sbarca sul suolo italico. Durante le sue peregrinazioni infatti, l’eroe troiano s’imbatte nelle terribili Arpie che gli predicono carestie e pestilenze: una di queste, Celeno, diede il nome all’antico borgo fantasma di Celleno, in provincia di Viterbo. Ecco la sua storia affascinante.
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A cura di Federica D'Alfonso
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Vista dell'antico borgo fantasma di Celleno, in provincia di Viterbo.
Vista dell'antico borgo fantasma di Celleno, in provincia di Viterbo.

Esistono luoghi in cui la memoria del passato giace silenziosa e dimenticata, ma ancora viva e presente: tangibile, incisa sulle pietre di tufo e i portali in piperino, e visibile nelle tracce di vita abbandonate negli angoli delle case. Si tratta di luoghi con una storia millenaria, che però non è sopravvissuta ai colpi inferti dal tempo e dalla natura: uno di questi è il Castello di Celleno, l’antico borgo fantasma in provincia di Viterbo, nel cuore di quella che un tempo si chiamava Tuscia. Tutto qui, dalle origini mitiche e terribili al declino inesorabile, ha qualcosa di affascinante: un fascino che ancora oggi è possibile percepire.

Nel nominare il “Castello” di Celleno non ci si riferisce soltanto alla roccaforte della famiglia Orsini che domina la parte più alta della collina, ma a tutto il complesso monumentale contenuto nella cerchia muraria più antica: un vero e proprio borgo, con le sue case, le sue piazze, i suoi luoghi di culto e, ovviamente, un vero e proprio castello. Un borgo ormai del tutto abbandonato, una vera e propria città fantasma con una storia molto, molto antica.

L’origine mitica di Celleno: il luogo delle Arpie

Le Arpie in uno dei disegni di Gustav Doré per la Divina Commedia.
Le Arpie in uno dei disegni di Gustav Doré per la Divina Commedia.

Il territorio in cui sorge il borgo di Celleno è carico di leggende, poiché legato agli antichi racconti dell’arrivo dell’esule Enea sul suolo italico: secondo Dionigi di Alicarnasso in realtà l’origine dell’antico insediamento greco sarebbero addirittura precedenti all'assedio di Troia, ma la leggenda più famosa che riguarda questo suggestivo borgo abbandonato è quella che richiama uno dei terribili personaggi descritti da Virgilio nell'Eneide, e conosciuti come Arpie.

Celeno, infatti, è il nome di una delle tre figlie di Taumante ed Elettra: forse la più terrificante, poiché collegata alla tempesta e all'oscurità che divora ogni cosa. Come le sue sorelle, anche Celeno è rappresentata nel corpo di una donna alata con artigli aguzzi e ricurvi, con i quali afferrare e dilaniare le giovanissime vittime prescelte.

Già l’antico insediamento romano di Celleno scelse questo nome, anche se da una ricostruzione filologica più accurata si evince come in realtà il toponimo sia da far derivare dalla caratteristica conformazione del territorio, diviso appunto in “celle” tufacee, e non da una qualche oscura divinità. Tuttavia, l’aura di mistero che la leggenda delle Arpie ha donato al luogo piacque molto anche ai suoi abitanti, che in epoca risorgimentale scelsero proprio la mostruosa Celeno come stemma della città.

Il Borgo Fantasma e il Castello di Celleno

Celleno in un affresco del 1592 realizzato da Tarquinio Ligustri e conservato a Roma.
Celleno in un affresco del 1592 realizzato da Tarquinio Ligustri e conservato a Roma.

Affinità inquietante con l’inquietudine delle Arpie che continuò non solo nel nome, ma anche nel destino del borgo, ormai del tutto deserto. Dopo una lunga serie di calamità naturali, fra cui due terribili terremoti e un’epidemia di febbre, Celleno venne definitivamente abbandonato a partire dagli anni Cinquanta. Ma, nonostante ormai più nessuno abiti le mura arroccate sul tufo, tutti continuano a conoscerla e chiamarla “Castello”.

Il castello vero e proprio, quello della famiglia Orsini, è peraltro divenuto simbolo della travagliata storia di Celleno anche in epoca medievale e rinascimentale: per la maggior parte del tempo il borgo è stato sotto il dominio dello Stato Pontificio, per il quale rappresentava uno degli avamposti di difesa contro l’Impero, ma successivamente perse la sua importanza strategica iniziando il lento ma inesorabile declino che lo ha portato ad essere, ormai, un luogo deserto e dimenticato, ma ancora ricco di fascino.

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