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Castelli Romani, sgominata banda di usurai, truffa anche all’Inps: 5 arresti e 10 indagati

La Guardia di Finanza di Roma ha arrestato 5 persone ritenute parte di una banda di truffatori nella zona dei Castelli romani. A loro carico estorsioni a commercianti, imprenditori e a persone malate, finti matrimoni per favorire l’immigrazione clandestina e una truffa all’Inps.
A cura di Alessia Rabbai
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Estorsioni a commercianti, imprenditori e a persone malate, finti matrimoni per favorire l'immigrazione clandestina e una truffa all'Inps. Questi gli affari illeciti di una banda dei Castelli Romani sgominata dai finanzieri del Comando Provinciale Roma nell'operazione ‘loan shark‘. A capo dell'organizzazione criminale c'era un 74enne, padre-padrone. Lo aiutavano il figlio, C.D. 49 anni e la nuova R.M.M. – tutti pluripregiudicati – oltre ad altri dieci persone che insieme a loro gestivano affari di prestiti finanziari illeciti con tassi esorbitanti superiori, in alcuni casi, addirittura al 223% all'anno. Le Fiamme Gialle con un'ordinanza del Gip di Velletri, hanno arrestato i tre parenti, tutti residenti nella zona dei Castelli romani, con le accuse, a seconda delle posizioni, dei reati di associazione per delinquere finalizzata all’usura ed all’esercizio abusivo dell’attività finanziaria, truffa e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Le indagini

Le indagini sono state portate avanti dai finanzieri del Gruppo Frascati, coordinate dalla Procura della Repubblica di Velletri. Le accurate investigazioni svolte hanno permesso di ricostruire i ruoli e le funzioni degli altri principali membri della banda criminale che agivano secondo ruoli ben precisi e rispettando le proprie mansioni: M.M. di anni 58 cercava i clienti; S.A. di anni 47 teneva i conti; A.M. di anni 74, M.R. di anni 46 e M.S di anni 62, M.M. di anni 61 si occupavano di riscuotere i soldi.

Finto invalido truffa Inps

Gravissima la posizione di C.A., capostipite e promotore dell’organizzazione: dichiarato invalido civile al 100% in quanto affetto da patologie mentali di tipo psichiche, articolari e cardiache, percepiva da anni l’indennità di accompagnamento. La truffa ai danni dell’Inps per l'indennità indebitamente percepita è di circa 70mila euro. Con le loro indagini le Fiamme Gialle, oltre a scoprire i traffici usurai e l'esercizio abusivo dell’attività finanziaria, hanno anche scoperto che C.A. era perfettamente in grado di svolgere tutte le normali attività della vita quotidiana. I pedinamenti e i vari accertamenti hanno permesso di scoprire che l’indagato, oltre ad essere particolarmente lucido nella gestione dei propri affari illeciti, guidava senza alcun problema la sua auto e frequentava diversi locali della movida romana.

Finto matrimonio per facilitare l'immigrazione

Cinque persone organizzavano, inoltre, finti matrimoni, per agevolare l'immigrazione clandestina. In particolare, si sono attivate per far restare in Italia  F.Y., 33enne pluripregiudicato marocchino arrestato più volte e gravato da due decreti di espulsione. Nelle intercettazioni delle forze dell'ordine C.D. ha messo in guardia la futura “sposa”, A.E. di 26 anni, sulle risposte da fornire alle domande che i funzionari della Prefettura le avrebbero fatto per controllare la la regolarità del matrimonio. F.Y., ha ricevuto 1.200 euro per il matrimonio e una serie di consigli per rendere credibile il rapporto tra i due coniugi, di fatto perfetti sconosciuti. La banda in occasione dei preparativi della cerimonia ha consigliato alla sposa d'indossare un abito elegante così da rendere più realistica la messa in scena. I cinque soggetti coinvolti, fra cui i “finti sposi” e i due testimoni, sono indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

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