Castelli Romani, rissa tra tifosi al derby tra Vjs e Real: uomo colpito alla testa da un 16enne
Botte da orbi al derby di calcio tra Vjs Velletri e Real Velletri ai Castelli Romani, nella giornata di domenica 2 febbraio. Quella che doveva essere un'occasione di festa è terminata in una mega rissa con tanto di feriti e intervento delle forze dell'ordine. A causa di questi ‘scontri', un tifoso di sedici anni è stato denunciato, mentre un uomo di 40 anni è stato portato all'ospedale a causa di una ferita alla testa. È stato colpito con un martello frangivetro: trasportato all'ospedale di Velletri, è stato dimesso con quindici giorni di prognosi. La lite è iniziata sugli spalti dello stadio comunale Giovanni Scavo: per banali e futili motivi, due donne hanno cominciato a discutere in maniera piuttosto animata, fino ad arrivare a colpirsi. Un uomo di 40 anni, vista la scena, si è avvicinato per cercare di separare le donne che se le stavano dando di santa ragione. Ed è a quel punto che è stato colpito con il martello frangivetro da un ragazzino di sedici anni, figlio di una delle due litiganti.
Appena l'uomo è stato colpito alla testa la situazione è degenerata velocemente in rissa tra le due tifoserie, portando all'intervento della polizia, che hanno denunciato il minorenne. Dopo l'episodio, entrambe le squadre hanno condannato quanto avvenuto sugli spalti. "Intendiamo dissociarci dagli eventi violenti ed ingiustificabili accaduti in tribuna. Nonostante entrambe le squadre hanno dimostrato sana competizione e rispetto l’un per l’altro , chi si trovava sugli spalti (che non rappresenta in nessun modo parte di questa società) ha deciso di andare oltre, rovinando questa domenica di solo calcio Inoltre la società vuole fare i più sentiti auguri ,alle persone coinvolte ,di pronta guarigione".
"L’obiettivo della Vjs Velletri – scrive l'altra squadra – al di là del risultato sportivo che ha poi dato libero sfogo alle frustrazioni di alcuni personaggi, era quello di creare una festa di sport all'insegna del calcio cittadino. Lo dimostrano i cento bambini della Scuola Calcio intervenuti, che hanno dovuto assistere ad uno spettacolo indegno, i tanti genitori che avevano deciso di passare una domenica diversa sugli spalti con i propri figli e il tifo, gli ingredienti giusti per una partita di calcio. Tutto il resto non ci appartiene e non vogliamo avere a che fare con chi intende il gioco del pallone in questa maniera".