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Castel di Guido, investito da un’auto e ucciso il cucciolo di lupo disabile dell’oasi di Roma

Il cucciolo di lupo disabile dell’oasi di Castel di Guido, a Roma, è stato investito da un’auto e ucciso. Faceva parte di un branco di lupi: la loro presenza nella Capitale non veniva registrata da molti anni. L’accusa della Lipu è che il cucciolo sia stato investito volontariamente.
A cura di Stefano Rizzuti
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Foto: Oasi Lipu Castel di Guido - Facebook
Foto: Oasi Lipu Castel di Guido – Facebook

Investito da un’auto e ucciso: questa è la triste fine del cucciolo di lupo disabile di Castel di Guido, il parco urbano di Roma dove, da un po’ di tempo, vive un branco di lupi. La notizia è stata resa nota attraverso Facebook dall’ong animalista Lipu che proprio a Castel di Guido gestisce un’oasi faunistica. “Nella mattinata di martedì 10 aprile ci è giunta la segnalazione del rinvenimento di un lupo senza vita all'interno dell'Azienda Castel di Guido – si legge sul profilo Facebook dell'Oasi Lipu -. Appena giunti sul posto, non abbiamo potuto fare altro che constatare il decesso dell'animale, che si è rivelato ben presto essere il giovane lupo più debole della famiglia”.

“Al grande dispiacere per la morte dell'animale – scrivono ancora su Facebook – si è subito aggiunta la rabbia per le evidenti cause non naturali del decesso. Infatti è risultato ben presto evidente come la morte dell'animale fosse stata causata da un trauma da impatto, probabilmente con un'automobile sulla sterrata adiacente al luogo del ritrovamento”. Il cucciolo rimasto ucciso aveva circa un anno e faceva parte di una cucciolata più grande. Non aveva l'uso delle gambe posteriori e le telecamere nascoste nel parco lo avevano ripreso spesso mentre arrancava dietro il branco, accudito da fratelli e sorelle, che non lo lasciavano mai indietro.

La presenza del branco di lupi a Castel di Guido è la prima dopo decenni nella Capitale. Secondo la Lipu il cucciolo di lupo è stato investito volutamente da un veicolo che si sarebbe introdotto illegalmente nella riserva, non essendo stati trovati segni di una frenata. Proprio per questo motivo la ong denuncia il fatto che sia possibile per chiunque (anche per i bracconieri) entrare nell’area protetta in auto, nonostante le numerose segnalazione già fatte alle forze dell’ordine.

“Rimane quindi l'enorme amarezza – si legge ancora – nel costatare che, a fronte di uno sforzo che ha dell'incredibile da parte di un branco, che sopra ogni aspettativa si è preso cura e ha accudito con successo per quasi un anno un membro disabile della sua famiglia, corrisponde da una parte la truce crudeltà di alcuni appartenenti alla specie umana e dall'altra l'indifferenza di chi ha la responsabilità di gestire un territorio tanto prezioso datogli in affidamento”.

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