Caos multe, la maggioranza difende Marino: “È un attacco politico”
Aggiornamento: per quanto riguarda il procedimento penale legato alla “Panda Rossa” e alle multe non pagate, per l’accusa di violazione del sistema informatico l’inchiesta è stata archiviata e i responsabili del reato rimasti ignoti. Inoltre le motivazioni sottolineano come “a fronte di una sostanziale regolarità amministrativa del permesso rilasciato al sindaco vi è stato stato effettivamente un accesso abusivo al sistema informatico con la finalità di modificarne sia pur temporaneamente i dati”.
Dimissioni: la parola è stata sussurrata a lungo nei corridoi del campidoglio, a mezza voce. È stato il giorno più lungo, da quando Ignazio Marino è stato eletto al Campidoglio. Ventiquattro ore durissime per il sindaco di Roma, costretto a difendersi dalle accuse di Andrea Augello (Ncd) sulle multe condonate: “Non c’è nessun hacker, Marino ha mentito e ho le prove”, aveva annunciato Augello in una conferenza stampa. Ma nella tarda serata, dopo un complicato vertice di maggioranza convocato d’urgenza, il primo cittadino ha potuto tirare un sospiro di sollievo: almeno sulla carta, la coalizione che lo sostiene è compatta e fa quadrato intorno a lui.
Caos multe, il comunicato della maggioranza
“È del tutto evidente che il sindaco di Roma è bersaglio di un attacco politico a fronte di una mera dimenticanza amministrativa degli uffici competenti, nel processo di rinnovo del permesso di accesso allo ztl”, si legge nella nota diramata al termine della riunione. La dichiarazione è stata firmata dai capigruppo di maggioranza in Campidoglio: Massimo Caprari del Centro Democratico, Luca Giansanti della Lista Civica Marino, Gianluca Peciola di Sel e Giulia Tempesta del Pd. E poi anche da Mirko Coratti e dal coordinatore della maggioranza Fabrizio Panecaldo. “I capigruppo e il coordinatore di maggioranza, respingono con forza e decisione il tentativo della destra di sminuire il nuovo corso impresso dal sindaco Marino all'insegna della trasparenza e della difesa degli interessi di Roma e dei romani”, scrivono. Un lungo sospiro di sollievo, dopo che qualcuno aveva ipotizzato che anche il Partito Democratico, una sua parte, avrebbe potuto sfilarsi e sfiduciare il proprio sindaco. I malumori per l’operato del chirurgo genovese restano, ci sono ancora in qualche corrente dem. Ma forse, non è il caso di farlo cadere su una multa. Così devono aver pensato. E intanto ora bisognerà capire chi pagherà per questa leggerezza sulle multe: il nome più probabile resta ancora quello di Luigi Fucito, capo di gabinetto del sindaco. Sarebbe lui ad aver fornito Marino le due stampate con la presunta manipolazione informatica.