Questa mattina, a due passi dal Ministero di Grazia e Giustizia, gli attivisti del collettivo Militant, hanno affisso dei grossi manifesti contro il ministro dell'Interno Matteo Salvini e quello della Giustizia Alfonso Bonafede, in relazione all'arresto e al rientro in Italia di Cesare Battisti. Il manifesto ritrae i due ministri, uno con in dosso la giacca della polizia l'altro con la divisa della penitenziaria, mentre partecipano a una scena medievale in cui il condannato dall'inquisizione (Cesare Battisti) viene messo alla gogna davanti alla folla. "L’ostensione del “mostro” in pubblica piazza, l’esposizione della preda davanti alle televisioni nemmeno fosse un trofeo di caccia, la spettacolarizzazione dell’arrivo in aeroporto trasformato in uno show per le telecamere con tanto di palchetto autocelebrativo… fino ad arrivare alla realizzazione del video della vergogna. Nessuno si era mai spinto fino a questo punto. – si legge in un comunicato che rivendica il blitz – . Per questa ragione questa mattina abbiamo voluto celebrare lorsignori affiggendo nei pressi del Ministero di Grazia e Giustizia un quadro che li ritrae così come sono: due tronfi inquisitori di fronte ad una gogna".
La spettacolarizzazione dell'arresto di Battisti viola i diritti del detenuto
La gestione mediatica del caso Battisti è stata criticata da più parti – soprattutto dopo la pubblicazione di un video sulla pagine Facebook di Alfonso Bonafede – in particolare da chi si occupa di diritti dei detenuti. "La pena, il carcere, la privazione della libertà, i detenuti, gli arrestati non possono mai tradursi in un video show a disposizione dei fruitori seriali di social. Il video postato dal ministro della Giustizia Bonafede su Facebook è anti-pedagogico in quanto viene diffuso non tenendo conto dei divieti di legge. È altresì anti-pedagogico perché contribuisce a trasformare il detenuto in una bestia da zoo e ad alimentare propositi di vendetta. Il diritto penale nella sua complessità, così come ci ha insegnato Luigi Ferrajoli, serve a ridurre la violenza dei delitti e delle pene e non a soffiare sul vento della legge del taglione", ha sottolineato l'Associazione Antigone. Critiche anche per le parole di Salvini: "Le immagini trasmesse in rete sono state precedute dalle parole truci del ministro degli Interni che auspicava «Battisti marcisse in galera», non considerando quale debba essere la funzione costituzionale della pena che mai può consistere in trattamenti contrari al senso di umanità. Se uno Stato abdica a rispettare le proprie norme, e addirittura maltratta quelle costituzionali, vuol dire che non è uno Stato che crede nel proprio diritto, così fornendo un cattivo esempio pubblico di legalità".