Casamonica in tv, Vespa: “Marino chiede la mia testa, ma teme per la sua”
“Rispetto i sentimenti del sindaco. Sarebbe tuttavia interessante fare un sondaggio tra i romani: si sentono più offesi dalla trasmissione di Porta a Porta o dalle condizioni in cui si trova la città? O dal fatto che i vigili urbani sono intervenuti in forza al funerale di Vittorio Casamonica non per staccare i manifesti blasfemi o provocatori, ma per regolare il traffico in tilt?”. Bruno Vespa risponde così in un’intervista a La Stampa sulle frasi pronunciate dal sindaco di Roma, Ignazio Marino, in merito all’intervista ad alcuni membri della famiglia Casamonica nella puntata di Porta a Porta di qualche giorno fa. "Pensate a chi sta dall'altra parte, a chi dai Casamonica ha subito delle violenze. Queste persone vedono la tv di Stato che dà un palcoscenico a una famiglia che invece infligge violenza, dolore e in alcuni casi morte, perché di droga si muore", ha detto ieri sera il primo cittadino della Capitale intervistato da Lilli Gruber a Otto e mezzo.
Accuse che Bruno Vespa rimanda al mittente. “Uno dei favori maggiori che si possano fare alla mafia – dice il conduttore – è buttarla in caciara: la mafia è dappertutto e Vespa, magari non volendo, ha fatto un favore alla mafia. Dimenticando che i miei due ospiti sono incensurati e che al loro Padrino non è mai arrivato nemmeno un avviso di garanzia per concorso esterno, un reato che non si nega a nessuno. I magistrati facciano un bel processo per mafia ai Casamonica e noi facciamo un'altra trasmissione”.
“Auspicare la rottamazione degli altri per esorcizzare la propria – afferma quindi Vespa – può essere un buon esercizio di training autogeno. Personalmente non ricevevo tanti attestati di solidarietà da quando nel '93 mi dimisi da direttore del Tg1. Se in tempi non lontani qualche mio collega autore di programmi ben più hard avesse subito il linciaggio di questi giorni sarebbe caduto il mondo”, conclude Vespa.