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Casal Bruciato, Luigi Di Maio attacca ancora Virginia Raggi: “Era meglio non schierarsi”

Luigi Di Maio parla ancora della visita della sindaca di Roma, Virginia Raggi, alla famiglia rom assegnataria di un alloggio popolare a Casal Bruciato. Per il vicepresidente del Consiglio “in questi casi non bisogna schierarsi. Gli italiani hanno ragione quando uno che aspetta casa da 20 anni è scavalcato da uno che è in Italia da 5 anni. Queste leggi vanno cambiate”.
A cura di Enrico Tata
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Virginia Raggi e Luigi Di Maio
Virginia Raggi e Luigi Di Maio

Molti retroscena riferivano di un Luigi Di Maio arrabbiato, per non dire furibondo, con Virginia Raggi per la scelta della sindaca di visitare la famiglia rom assegnataria di un alloggio popolare a Casal Bruciato. Poi lo stesso interessato smentì questa versione sostenendo che la prima cittadina aveva fatto bene ad andare perché, disse il vicepresidente del Consiglio, "è giusto dare la massima solidarietà a una donna che viene minacciata di stupro da CasaPound o da fascisti". Oggi ha precisato la sua posizione nel corso di un'intervista rilasciata a Matrix, la trasmissione di Canale 5 che andrà in onda questa sera: "Non mi sono irritato, ma penso che in questi casi non bisogna schierarsi. Gli italiani hanno ragione quando uno che aspetta casa da 20 anni è scavalcato da uno che è in Italia da 5 anni. Queste leggi vanno cambiate. Le tensioni sociali ci sono, poi qualcuno ha soffiato sul fuoco. Il tema non è Rom o meno, ma se ti senti scavalcato e aumentano le tensioni, su cui poi qualcuno ha soffiato".

L'assegnazione delle case popolari avviene grazie a un bando, pubblicato nel 2012 quando sindaco era Gianni Alemanno, che prevede 12 categorie di fragilità, tra cui quella delle famiglie numerose alle quali spetta il punteggio più alto. Lo stesso ex sindaco Alemanno ha ricordato però che la sua giunta "aveva categoricamente escluso i nomadi dall’assegnazione delle case popolari. È vero che il nostro regolamento per l’assegnazione delle case popolari dava precedenza alle famiglie più numerose (e siamo molto fieri averlo fatto) ma, proprio perché sapevamo che in questo modo potevamo avvantaggiare le numerosisssime famiglie Rom, abbiamo approvato una determina dirigenziale in cui si escludeva categoricamente dall’assegnazione delle case popolari chi già risiedeva in un campo nomadi. Questa determina non è stata riproposta dalla Giunta Raggi e proprio per questo oggi c’è il rischio concreto, anzi la certezza, che i primi assegnatari delle poche case popolari disponibili siano proprio i nomadi che già sfruttano la nostra città rimanendo da anni accampati nei campi più o meno regolari". Per il ministro Di Maio il citato bando per le case "si rifaceva a una legge nazionale che riprendeva una direttiva europea; bisogna iniziare a recepire diversamente o non recepire alcune direttive folli".

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