Casa e sgomberi: rimosso Barletta traballa la poltrona dell’assessora Castiglione
Ora è ufficiale: il dirigente a capo del Dipartimento Patrimonio di Roma Capitale Aldo Barletta è stato rimosso e destinato al Centro Carni. La decisione – in un primo momento presentata come una normale rotazione dirigenziale – ha conosciuto un'accelerazione dopo lo sgombero di via Cardinal Capranica a Primavalle. Ma da tempo la luna di miele tra il dirigente e il M5s, iniziata dopo Mafia Capitale quando emerse che era tra i funzionari che aveva resistito alle pressioni di Salvatore Buzzi, era finita. In questi anni infatti Barletta si era fatto interprete di una gestione del riordino del patrimonio pubblico del comune fatta di sgomberi, sfratti, richieste esorbitanti di arretrati, senza tenere in nessun modo conto delle criticità sociali.
Un segnale quello della rimozione di Barletta, che parlerebbe direttamente al ruolo di Rosalba Castiglione – l'attuale assessora al Patrimonio e alle Politiche abitative – il cui operato non incontra più grande consenso all'interno della giunta, interprete di una linea dura sul tema della casa sempre più dissonante con i segnali che arrivano da più parti dal Movimento 5 stelle, dove si fa largo l'idea della necessità di smarcarsi con decisione dal ministro dell'Interno Matteo Salvini è più che mai necessario per non rimanere schiacciati, di mostrare un volto diverso da quello delle ruspe e dei manganelli.
E se è presto per parlare di revoca delle deleghe, la poltrona di Castiglione ha cominciato a traballare con la rimozione di Barletta, le cui scelte amministrative hanno sempre trovato copertura politica da parte dell'assessorato competente. Raggi non vuole più trovarsi a fare buon viso a cattivo gioco, costretta a gestire le ricadute sociali del pugno duro del Viminale, non vuole più vedere le immagini di bambini terrorizzati allontanati dalle forze dell'ordine dalle loro case dopo mezz'ora scarsa di trattativa.
L'equilibrio perseguito dal Campidoglio però è tutt'altro che facile: sottoscritto con Regione Lazio e Prefettura il documento che dà il via libera allo sgombero di 23 stabili tra occupazioni abitative e centri sociali, gli enti locali governati da Partito Democratico e M5s vorrebbero procedere agli interventi solo nel momento in cui siano presenti soluzioni alternative concordate con gli occupanti. Ma il prefetto Gerarda Pantaleone e il ministro Matteo Salvini non vogliono sentire ragioni: si deve procedere e alla svelta. Nelle prossime settimane attesi gli interventi in via del Caravaggio e in via Tempesta: seicento persone che rischiano di rimanere senza casa da un giorno all'altro. Un'emergenza a cui al momento nessuno è in grado di fare fronte.
"Il cronoprogramma? la Regione sta già facendo molto, sta dando le risorse, 1 milione di euro che abbiamo messo nel patto per la sicurezza qualche mese fa, che sta usando il Comune per trovare soluzioni alternative. Per noi la priorità sono le persone – ha spiegato l'assessore regionale Massimiliano Valeriani – Il ripristino della legalità è importante ma non è più importante delle persone che vanno tutelate, e va rispettata la loro dignità . Noi siamo dell'avviso che gli sgomberi si fanno solo in presenza di soluzioni umane".