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Carlo Verdone saluta la zia Bettina scomparsa ad Anzio: “Ho passato le estati al mare con lei”

Un saluto con un post su Facebook, una notizia triste che diventa per l’attore e il regista l’occasione per ricordare alcuni aspetti della sua vita familiare e privata, ricordi d’infanzia e un appello a non scordare i più anziani: “Anche con i loro acciacchi sono per noi una biblioteca enorme. E un conforto fatto di buon senso”.
A cura di Redazione Roma
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Con un post su Facebook ieri mattina l'attore e regista Carlo Verdone ha dato notizia della morte di sua zia "Bettina" di Anzio, cogliendo l'occasione per raccontare ai suoi tantissimi fan uno spaccato della suo privata: le vacanze al mare sul comune del litorale dove vivevano gli zii Betta ed Ermanno, ma anche i ricordi di un ragazzino e la scomparsa di un pezzo della storia della sua famiglia che viveva grazie alle parole di Bettina. "Nata ad Anzio, era l' ultimo anello che ancora univa un lembo della vecchia famiglia con quella attuale. – racconta Verdone – Con lei se ne vanno tanti ricordi e tanti racconti. Racconti di guerra, del dopoguerra , della ricostruzione, della dolce vita e del boom economico. Di un Italia che ci credeva…"

"Felice di aver passato le estati con lei a farle domande su domande. – è il commosso ricordo – A chiederle della mia famiglia, di me piccolo, di come era il nostro paese.  Ricordava tutto. E oggi sono e siamo, in famiglia, molto soli". Infine l'appello a prestare attenzione a chi vive la terza età: "Teniamoceli stretti gli anziani.  Rispettiamoli. Anche con i loro acciacchi sono per noi una biblioteca enorme. E un conforto fatto di buon senso".

L'attore è figlio di Mario Verdone, critico cinematografico che lo ha introdotto al mondo dello spettacolo e di Rossana Schiavina, insegnante. Proprio qualche anno fa sempre su Facebook Carlo Verdone aveva ricordato la figura della mamma in un lungo post: "Tutti la ricordano con vero affetto e a loro soprattutto voglio inviare questa foto polaroid che ci scattò mio fratello Luca nel terrazzo della casa sopra i portici. Ogni giorno dedico un pensiero a questa madre unica, amorevole, spiritosa alla quale devo tutto. Tutto". Per spiegare l'importanza della mamma nella sua mamma poi Verdone raccontava un aneddoto legato al suo debutto in teatro: "Avevo paura di dimenticare le battute dei monologhi, ero convinto di non avere il talento necessario per stare su un piccolo palcoscenico con i critici davanti. Alle 18,00 entrai in camera di mia madre e le dissi: "Aiutami. Dobbiamo telefonare al teatro e dire che ho la febbre alta … dammi una mano. Vado a fare una figuraccia …". Rossano lo prese e, con tutta la valigia con vestiti e oggetti di scena, lo sbatté fuori casa.

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