Carabiniere ucciso a Roma, le lacrime di una mamma: “Mario Rega salvò mia figlia piccola”
Accompagnò d'urgenza una bimba piccola all'ospedale pediatrico Bambino Gesù e restò a vegliarla per tutta la notte. Un gesto che valse un encomio a Mario Cerciello Rega, il vicebrigadiere dei carabinieri accoltellato e ucciso questa notte in una via del quartiere Prati di Roma. "Mia figlia era piccola, si sentì male. Lui era sempre disponibile… Lo conoscevo, ci conoscevamo. Questa zona è come se fosse un paese, mi aveva accompagnato lui con la sua macchina al Bambino Gesù ed era restato tutta la notte", racconta in lacrime ai cronisti Elisabetta, la mamma della bimba. "Gli dissi: ‘Vai a casa'. Lui rispose: ‘No io rimango qua'. Non potevo non condividere questo momento e scrissi tutto in una lettera con il cuore. Rischiano tanto, sempre, questi ragazzi, ma negli occhi di Mario si leggeva la bontà d’animo". I carabinieri del quartiere, continua Elisabetta, "sono sempre pronti, li vedevi che giravano, controllavano. Noi ci sentiamo sicuri, perché loro hanno un'estrema generosità, un estremo senso del dovere. Scrissi questa lettera d'encomio per comunicare che ci sono persone che hanno ancora questa estrema generosità d'animo. Lui non si risparmiava con nessuno, mi dispiace tanto".
Il comandante dei carabinieri: "Lavorava con il cuore, dopo lavoro faceva volontariato"
"Ha messo sempre il massimo dell'impegno in servizio, lo faceva con il cuore. Era ben voluto dai colleghi, dai cittadini, da tutti quanti. Dopo il lavoro andava a fare volontariato, faceva Lourdes, Loreto, era un barelliere, l'anno scorso a Lourdes ha dato l'anello di matrimonio alla sua Rosa Maria. Era rientrato solo lunedì scorso dal viaggio di nozze", ha dichiarato alle telecamere di Fanpage.it Sandro Ottaviani, comandante della stazione dei carabinieri di Piazza Farnese.