Carabiniere ucciso a Roma, la moglie a messa con la foto del matrimonio: “Era la mia gioia”
"Me lo hanno ucciso, me lo hanno portato via", continua a ripetere tra le lacrime la moglie del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega ucciso a coltellate la scorsa notte a Roma nel quartiere Prati. La donna, sorretta dai parenti, ha portato con sé alla messa in suffragio del marito, la foto del loro matrimonio, celebrato solo un mese fa. "È terribile – urla la donna – era la mia gioia". Non ci sono parole di consolazione per la moglie di Mario Cerciello Rega, così come per parenti e amici che da ore cercano di darsi una spiegazione a quanto accaduto. La chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini, di fronte alla stazione dei carabinieri di piazza Farnese, dove era in servizio il militare, è gremita di persone: tutti uniti nel dolore della perdita di un uomo e di un militare ucciso mentre faceva il proprio lavoro.
Carabiniere ucciso a Roma: fermati due ragazzi americani
Intanto continuano senza sosta le indagini degli investigatori per cercare di ricostruire cosa sia accaduto nella notte tra giovedì e venerdì nel quartiere Prati quando secondo quanto emerso finora un malvivente in fuga con un complice avrebbe sferrato al vicebrigadiere ben otto coltellate, una delle quali lo ha raggiunto al cuore, uccidendolo. I fatti sono avvenuti poco dopo le ore 3 in via Pietro Cossa a Roma: è qui che giunge la pattuglia dei carabinieri della stazione di piazza Farnese in servizio notturno nel centro storico, con a bordo proprio il vicebrigadiere Rega. I militari sarebbero intervenuti per fermare due malviventi che stavano tentando il cosiddetto ‘cavallo di ritorno': dopo aver rubato una borsa nel pomeriggio avevano infatti chiesto alla vittima del furto 100 euro per riavere indietro il suo portafogli e il suo cellulare. È durante la colluttazione avvenuta nel tentativo di fermare i due che il vicebrigadiere e il collega sono stati aggrediti: uno dei malviventi avrebbe estratto poi un coltello dalla tasca pugnalando a morte il militare. Nella tarda mattinata di oggi due giovani cittadini americani sono stati tratti in stato di fermo: si trovavano in un hotel di lusso in Prati, sono sospettati di aver avuto un ruolo nella morte del militare.