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Carabiniere ubriaco e contromano sul Gra uccise Giuseppe, i parenti gridano: “Devi morire”

Il carabiniere Agostino Filippo Rifici, 59 anni, è stato condannato a 4 anni e 4 mesi di reclusione al termine del rito abbreviato per aver provocato l’incidente in cui morì il 35 Giuseppe Petraroli. I parenti d quest’ultimo hanno contestato la sentenza del giudice e hanno gridato: “Devi morire!”
A cura di Enrico Tata
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Giuseppe Petraroli
Giuseppe Petraroli

Agostino Filippo Rifici, 59 anni, è accusato di omicidio stradale per aver provocato la morte del 35enne Giuseppe Petraroli. Il carabiniere è stato condannato a 4 anni e 4 mesi di reclusione per aver guidato ubriaco e contromano sul Grande Raccordo Anulare, circostanza che ha provocato l'incidente, avvenuto nella notte del 20 marzo di un anno fa, in seguito al quale è deceduto Petraroli. Una sentenza, quella pronunciata dal gup del tribunale di Roma, Andrea Fanelli, al termine del rito abbreviato, che non ha convinto i parenti della vittima. In aula, oltre ai familiari, c'erano gli amici di Petraroli, molti ultras della Lazio e compagni di curva nord del 35enne, che hanno rivolto insulti e hanno protestato contro il giudice. Qualcuno ha urlato anche, nei confronti del carabiniere accusato di omicidio stradale: "Devi morire!". Il carabiniere condannato potrà scontare la sua pena ai domiciliari.

Giuseppe Petraroli, morto in un incidente il 20 marzo 2018

Giuseppe Petraroli, nato a San Vito dei Normanni, provincia di Brindisi, era residente da anni a Vermicino, periferia di Frascati, Castelli Romani. Era il responsabile di un reparto dello store Decathlon alla Romanina. L'incidente in cui morì avvenne nella notte dello scorso 20 marzo sul Grande Raccordo Anulare all'altezza di via Nomentana. La sua automobile si scontrò frontalmente con quella guidata dal carabiniere Agostino Filippo Rifici, che procedeva contromano e ubriaco. Fuori la casa di Petraroli gli amici hanno appeso uno striscione con la scritta: "Peppe sempre con noi".

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