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Latina, sfruttavano 400 braccianti in condizioni disumane: in manette anche un sindacalista

Coinvolti nella rete criminale anche un ispettore del lavoro e un sindacalista. Il territorio della provincia di Latina è uno di quelli dove la piaga del capolarato e del grave sfruttamento in agricoltura è maggiormente diffusa. Ad essere sfruttati nei campi cittadini di origine straniera, in particolare indiani.
A cura di Valerio Renzi
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La questura di Latina, con il supporto dello Sco (Servizio centrale operativo) ha sgominato questa mattina una rete criminale che sfruttava centinaia di braccianti, facendoli lavorare nei campi della provincia in condizioni descritte come "disumane" dagli inquirenti. Sei le persone arrestate e 50 gli indagati: nel mirino degli inquirenti la cooperativa Agriamici di Sezze. Coinvolti anche un sindacalista e un ispettore del lavoro che, da quanto si apprende, sarebbero stati parte attiva nella filiera dello sfruttamento, assieme a commercialisti e altri "colletti bianchi", il cui ruolo sarebbe stato determinante per far funzionare il meccanismo. Nell'ambito dell'inchiesta sono poi state sequestre 5 abitazioni, 3 depositi, 3 appezzamenti di terreno, 9 auto, 36 tra furgoni e camion, una società cooperativa, 4 quote societarie e numerosi rapporti bancari, per un valore complessivo di circa 4 milioni di euro. L'agro pontino è uno dei territori dove la piaga del capolarato è più grave, e coinvolge soprattutto lavoratori di origine indiana, per lo più di religione sikh. Negli scorsi anni imponenti scioperi e manifestazioni contro il capolarato hanno coinvolto tutto il territorio organizzati dalla Flai-Cgil.

Costretti a lavorare 12 ore per una paga da fame

L'inchiesta è partita a partire dall'operazione ‘Freedom' del 2017 ed è stato dimostrato che a essere sfruttati erano anche migranti residenti nei Centri di accoglienza straordinaria, in attesa del riconoscimento della protezione internazionale. I pulmini della cooperativa, che forniva mano d'opera anche nella provincia di Roma, Frosinone e Viterbo, raccoglievano i braccianti in alcuni punti selezionando i braccianti necessari alla giornata, per poi distribuirla. I braccianti venivano trasportati a bordo dei mezzi "sovraffollati, privi dei più elementari sistemi di sicurezza, e costretti a lavorare almeno 12 ore al giorno a fronte di una paga inferiore alla metà rispetto a quella prevista dal contratto collettivo nazionale di lavoro del settore".

Arrestato il segretario della Fai Cisl di Latina

I braccianti erano costretti a "sottostare a regole disumane" e "non venivano garantiti i più elementari diritti previsti dall'ordinamento giuridico e venivano costretti ad iscriversi al sindacato dietro la minaccia del licenziamento, in modo che quest'ultimo percepisse non solo le quote di iscrizione ma anche ulteriori introiti economici connessi alla trattazione delle pratiche finalizzate ad ottenere le indennità di disoccupazione". Il sindacalista in questione è il segretario della Fai Cisl di Latina, Marco Vaccaro.

Capolarato: ieri un arresto in provincia di Roma

Ieri un arresto per capolarato è avvenuto in provincia di Roma. In manette è finito un cittadino di nazionalità bengalese che gestiva lo sfruttamento di quattro connazionali, ridotti in condizioni di semi schiavitù nel territorio di Colleferro. Da alcuni anni il fenomeno del grave sfruttamento in agricoltura riguarda anche il territorio della capitale, in particolare la raccolta stagione ai Castelli Romani, come denunciato più volte dal sindacato.

Regione Lazio: un protocollo contro lo sfruttamento in agricoltura

Lo scorso 10 gennaio, proprio a Latina, la Regione Lazio, i sindacati di categoria e le associazioni datoriali, hanno sottoscritto il protocollo d'intesa ‘Per un lavoro di qualità in agricoltura', proprio per contrastare lo sfruttamento nel settore agricolo, affrontando temi centrali per contrastare il capolarato come i controlli, gli alloggi e i trasporti per gli stagionali, il ruolo dei Centri per l'impiego. "La terra della provincia di Latina è una terra ricchissima di produzione agricola di qualità, produce ricchezza per tutto il Lazio e per l’Italia e noi dobbiamo sconfiggere questo fenomeno del caporalato, che arriva fino allo schiavismo a volte, e rendere l’economia sempre più sana", così il governatore Nicola Zingaretti all'atto della firma. Zingaretti alla notizia degli arresti questa mattina ha voluto ringraziare gli forzi delle forze dell'ordine, ricordando su Twitter l'impegno per la "tolleranza zero" contro il capolarato".

Fico: "Capolarato è schiavitù"

Sull'operazione è intervenuto anche il presidente della Camera Roberto Fico, con un post su Facebook: "Il caporalato è una piaga vera. È schiavitù. Ogni sfruttamento dei lavoratori, ogni lesione della dignità umana, va combattuto dallo Stato in modo severo, senza nessuna esitazione. L'attenzione delle Istituzioni deve essere massima. Grazie alla Squadra mobile di Latina e al Servizio centrale operativo della Polizia di Stato per il lavoro fatto".

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