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Candidato M5s in affitto a 7 euro al mese, Di Maio: “Se vero non può stare con noi”. Dessì conferma e rigetta le accuse

“Abbiamo avviato tutti gli accertamenti stamattina, se dovesse essere vero quello che sta emergendo, allora non avremo nessun problema sul fatto che queste persone non possono stare nel movimento”, ha dichiarato Luigi Di Maio in merito al caso del basso canone d’affitto pagato dal candidato al Senato Emanuele Dessì. L’interessato ha confermato, aggiungendo: “Ho chiesto di pagare un canone più congruo, ma la legge non lo permette”.
A cura di Enrico Tata
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Il video con il pugile Domenico Spada, condannato per estorsione e usura, l'annuncio su Facebook di aver "menato tre romeni" e ora l'appartamento in affitto a un costo irrisorio: 93 euro l'anno appena. E proprio quest'ultimo dettaglio, rivelato ieri nel corso della trasmissione di La7 Piazza Pulita, potrebbe costare caro a Emanuele Dessì, candidato del Movimento 5 Stelle al Senato nel collegio Lazio 3. All'interno del Movimento c'è grande imbarazzo e Luigi Di Maio, il capo politico e candidato premier, ha ammesso: "Io sono il capo politico del movimento e il mio dovere è tutelare il movimento. Grazie ai giornalisti che hanno fatto gli approfondimenti. Abbiamo avviato tutti gli accertamenti stamattina, se dovesse essere vero quello che sta emergendo, allora non avremo nessun problema sul fatto che queste persone non possono stare nel movimento, quindi dateci il tempo di fare gli accertamenti". Duro anche Alessandro Di Battista, intervistato da Massimo Giannini su Radio Capital: "Sul caso Dessì faremo luce. Ieri Piazzapulita ha fatto un servizio con degli elementi nuovi su questo candidato e il M5S ha il dovere di indagare su queste questioni e noi lo facciamo sempre e chiediamo che lo facciano anche le altre forze politiche. Quando ci arriva qualsiasi notizia, anche non di reato, e questo candidato non ha compiuto nessun reato, il M5S fa una giusta ispezione, un giusto approfondimento su tutto".

La candidata alla Regione Lazio Lombardi: Chiarire opacità

Sulla vicenda è intervenuta anche la candidata alla Regione Lazio, la deputata Roberta Lombardi: "Il tentativo del Pd e di alcuni giornali di associare il nostro candidato al Senato Emanuele Dessì agli Spada o di definirlo un picchiatore è qualcosa di miserabile. Chi usa la violenza sbaglia sempre, annunciare di averla usata per di più su un social network è profondamente sbagliato, ma io non mi sento di giudicare il comportamento di una persona che in quel momento vede la sua compagna o i suoi figli in pericolo. Da mamma, non so come potrei reagire se qualcuno aggredisse uno dei miei bambini. Piuttosto su una cosa credo invece che il candidato M5S debba assolutamente chiarire: la sua casa, il canone da 7 euro ecc. Stanno emergendo opacità che il M5S non può accettare. Per quanto mi riguarda la trasparenza vale più di ogni cosa".

Il Comune di Frascati: Assegnazione regolare, impossibile aumentare il canone

Dal Comune di Frascati e poi dal diretto interessato sono arrivate due conferme sul basso canone pagato per la casa di Frascati, ma anche sulla sostanziale regolarità del contratto. L'amministrazione comunale ha aggiunto in una nota che "l'assegnazione della casa a Emanuele Dessì è regolare e non risulta moroso" e che "lo stesso Dessì si era reso disponibile ad aumentare il valore del canone mensile corrisposto ma ciò non è stato possibile perché il Canone è correlato al reddito dichiarato". Il candidato del Cinque stelle al Senato ha confermato tutto in una lunga diretta su Facebook, ripercorrendo la vicenda giudiziaria relativa all'appartamento ereditato: "Ho chiesto di pagare una cifra più congrua, più alta, ho provato a pagare fino a 200 euro al mese ma la legge non me lo ha permesso e mi sono stati rigettati". Dessì ha poi approfondito la storia dell'immobile che gli è stato assegnato dal Comune: "La storia di questa casa nasce nel 1943 quando col bombardamento a Frascati la mia famiglia perse tutto. Mia nonna rimase lì fino al 1987, quando morì. Dopo una vertenza la casa venne data a me, mia madre e mio cugino nel 1999. Io non ho rubato nulla". Adesso che la notizia del basso canone d'affitto per la casa popolare sembra essere stata confermata, assieme però alla regolarità del contratto, rimane da capire come si muoverà quindi il MoVimento.

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