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Campidoglio, ormai è scontro aperto tra Renzi e Marino

Ieri l’addio ufficiale di Guido Improta, assessore ai Trasporti, addio quanto più indolore possibile tra dichiarazioni di reciproca stima tra l’ormai ex assessore capitolino e Ignazio Marino. Ma lo scontro, nonostante le smentite, è ormai tra il premier Renzi e l’inquilino del Campidoglio che non vuole mollare: “Mi devono sfiduciare in aula”.
A cura di Valerio Renzi
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Ieri l'addio ufficiale di Guido Improta, assessore ai Trasporti, addio quanto più indolore possibile tra dichiarazioni di reciproca stima tra l'ormai ex assessore capitolino e Ignazio Marino. "Nessuno scontro", "motivi personali", "due anni bellissimi", "un mandato pensato per essere a termine". Ma nel contesto che vive la giunta di Ignazio Marino, tra lo tsunami di mafia capitale e le parole di Renzi che la scorsa settimana non escludeva che nel 2016 si potesse tornare alle urne anche a Roma, l'addio di Impronta pesa come un macigno. A giorni potrebbe abbandonare la nave che affonda anche l'assessore al Bilancio Silvia Scozzese.

"Ignazio è una persona onesta – dice il premier – ma un sindaco deve governare e se non è in grado si dimetta", questo il senso delle parole di Renzi riportate a più riprese da diversi quotidiani. E Renzi avrebbe interpretato l'intervento del primo cittadino della Capitale domenica alla Festa dell'Unità cittadina come una vera e propria sfida nei suoi confronti. "Delle truppe cammellate che si è portato dietro per farsi applaudire a me non importa niente, ma proprio niente – spiega Renzi ai suoi – Notoriamente per essere un bravo sindaco bisogna essere onesto, qualità che Ignazio, a cui voglio molto bene, ha senz’altro. Quello che deve dimostrare e che finora non ha dimostrato è di saper governare una città. Io lo aspetto a questa prova". Parole riportate dal Corriere della Sera ma smentite questa mattina da Palazzo Chigi in una laconica nota stampa: "Su alcuni quotidiani oggi vengono attribuiti al presidente del Consiglio ‘virgolettatì e valutazioni su Roma e sul sindaco Ignazio Marino che Matteo Renzi non ha mai pronunciato". Quotidiani che riportano anche valutazioni severe da parte di Marino sul Governo, parole che anche dal Campidoglio smentiscono categoricamente:  "Il sindaco di Roma Ignazio Marino non ha mai pronunciato le parole e le ‘battutè sul Governo che gli sono state attribuite da alcuni quotidiani oggi. Si tratta di posizioni prive di qualsiasi fondamento".

Una doppia smentita probabilmente concordata. Meglio che le acque rimangano calme in attesa delle valutazioni del prefetto Gabrielli sulle oltre trecento pagine di relazione sullo stato del Comune di Roma. E se lo scioglimento per mafia è un'ipotesi poco credibile, il contenuto della relazione potrebbe dare il colpo di grazia all'amministrazione guidata da Ignazio Marino. E se il sindaco era in difficoltà, tra i vincoli del Salva Roma e la scarsa empatia con la città, già prima di mafia capitale, con l'esplosione dell'inchiesta si è trovato anche senza un partito alle spalle, con consiglieri ed esponenti della giunta in manette. Ma Marino sembra voler resistere all'assedio: "Mi devono sfiduciare in aula", va ripetendo per i corridoi di Palazzo Senatorio.

Il sindaco di New York sta con Marino

"Il primato di Ignazio Marino nel pulire un sistema corrotto è lodevole. Noi dobbiamo continuare a sostenere chi scende in campo contro la corruzione" scrive il sindaco De Blasio sul suo profilo Twitter. E Marino risponde, sempre sul social network: "Grazie, apprezzo molto il tuo supporto. Nessun passo indietro contro la corruzione".

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