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Campi rom: 1,2 milioni per 120 famiglie al Camping River. Ma non andavano chiusi?

Un bando per dare continuità all’ospitalità di 120 famiglie di “etnia rom” in un campo attrezzato: 1,2 milioni di euro per 15 mesi. Ma le stesse risorse non potrebbero essere usate per superare il sistema dei campi come promesso anche dalla sindaca Raggi?
A cura di Valerio Renzi
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Un bando del Comune di Roma da 1.200.000 euro per un'area attrezzata che accolga 120 unità familiari di "etnia rom" attualmente ospitate nel Camping River, dal 1 ottobre 2015 alla fine del dicembre 2017. Anche su Fanpage.it ieri avevamo parlato dell'apertura di un "nuovo campo rom", ma niente vieta che lo stesso gestore del Camping River su via Tiberina si presenti al bando: le unità abitative sono già sul luogo, i rom anche. Nulla di male: invece di un prolungamento diretto dell'affidamento extra bando, come accaduto finora, si passerebbe così per un nuovo avviso di evidenza pubblica dando modo, almeno formalmente, ad altri di partecipare.

Ma la domanda che sporge spontanea, e che interroga la nuova amministrazione del Movimento 5 stelle e la sindaca Virginia Raggi, è la seguente: perché spendere 1.200.000 euro per prolungare per 15 mesi l'operatività di un vero e proprio ghetto etnico la cui esistenza è stata condanna anche dall'Unione Europea? Con gli stessi soldi – visto che evidentemente le risorse ci sono – non si potrebbe dare un contributo all'affitto alle famiglie procedendo con la chiusura di un primo campo rom? Un processo di uscita dal campo necessariamente graduale e che dovrebbe essere accompagnato da un intenso lavoro di affiancamento. Al momento gli unici fondi tagliati alla gestione dei campi rom sono quelli, già pochi, per i servizi sociali, come ad esempio i progetti di scolarizzazione.

Certo, la delibera è una eredità dell'amministrazione straordinaria di Francesco Paolo Tronca, ma è necessario che da subito la nuova amministrazione dia seguito alle promesse fatte in campagna elettorale: chiudere i campi rom, facendola finita con un sistema che ha prodotto emarginazione e che, come se non bastasse, avrebbe permesso a imprenditori e funzionari pubblici corrotti di lucrare di arricchirsi grazie alle risorse pubbliche stanziate. Se davvero si vuole chiudere con questa vergognosa pagina della nostra città, senza abbandonare chi abita i campi, anche se non si può fare dal un giorno all'altro, da qualche parte bisognerà pur cominciare.

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