video suggerito
video suggerito

Business del caro estinto: clan di San Basilio mette le mani sugli appalti del Sant’Andrea

Nove arresti questa mattina all’alba contro il clan Primavera, ritenuto dagli investigatori a capo di una delle piazze di spaccio di San Basilio. La famiglia Primavera aveva messo le mani anche sull’appalto per le camere mortuarie del Sant’Andrea. In manette il direttore dell’ospedale e un poliziotto corrotto.
A cura di Valerio Renzi
266 CONDIVISIONI
Immagine

Nove arresti questa mattina all'alba contro il clan Primavera, ritenuto dagli investigatori a capo di una delle piazze di spaccio di San Basilio, quartiere alla periferia nord est della Capitale, centro nevralgico della vendita di cocaina. Ma non solo vendita degli stupefacenti, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti le 9 persone arrestate sarebbero state attive anche nell'usura, ma soprattutto la famiglia Primavera sarebbe riuscita ad inserirsi nell'aggiudicazione dell'appalto per la gestione delle camere mortuarie dell'Ospedale Sant'Andrea.

Dallo spaccio di strada alle commesse pubbliche, sintomo che a Roma ci sono nuovi gruppi mafiosi in crescita nelle proprie capacità operative e nelle ambizioni. Tra gli arrestati troviamo anche un uomo delle forze dell'ordine, un l'Assistente Capo della polizia Diego Gardella, in servizio presso il Commissariato Viminale, accusato di aver operato a favore del gruppo criminale. In particolare Cardella avrebbe informato il boss Guerino Primavera che la Squadra Mobile stava preparando un'operazione su larga scala, così che Guerino poteva avvertire il figlio Fabrizio Primavera di prendere le adeguate contromisure nella piazza di spaccio a San Basilio

Nei guai anche un colletto bianco d'eccellenza: il direttore generale del Sant'Andrea Egisto Bianconi, accusato dei reati di "turbata libertà degli incanti", 2rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio" e "corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio".

Risultano invece irreperibili i vertici del clan: il boss Guerino Primavera, classe 1958, e i figli, Fabrizio e Daniele, rispettivamente del 1980 e del 1983, accusati questi ultimi due di gestire direttamente l'attività dello spaccio nella roccaforte di San Basilio.

266 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views