Bulli e omofobi prendono di mira un compagno di scuola perché gay
Minacciato e insultato dai compagni di scuola perché gay. Così un 14enne, studente del liceo Newton di Roma, a due passi dalla stazione Termini, ha deciso di rivolgersi al Gay Center. L'incubo per il ragazzo è iniziato due anni fa, quando ha trovato il coraggio di aprirsi con i genitori, che successivamente hanno chiamato Gay Help Line, grazie al quale hanno trovato assistenza da parte dell'avvocato Mario Miano e dell'associazione.
Secondo quanto reso noto proprio dall'associazione che si occupa di tutelare le vittime di omofobia e discriminazione, il Tribunale dei Minori valuterà gli episodi di minacce e umiliazione, che in un primo momento erano state valutate come semplici ingiurie.
Il ragazzo è stato spinto dai genitori a raccontare gli episodi di bullismo di stampo omofobo, dopo che per settimane questi avevano visto il suo umore peggiorare e notato uno stato di costante tensione nel ragazzo. Quello che è emerso sono stati continui insulti e minacce, fino ad episodi più gravi quando il ragazzo è stato oggetto del lancio di urina da parte dei bulli. Gli insulti, le minacce, le umiliazioni non avvenivano solo nei corridoi e in classe, ma anche nelle chat e nei gruppi online, via WhatsApp e Facebook.
Un vero tormento che, secondo i genitori e Gay Center, anche il dirigente scolastico del liceo avrebbe sottovalutato, chiedendo loro di avere pazienza, senza informare i genitori degli alunni coinvolti e limitandosi a consigliare dei colloqui con lo psicologo dell'istituto. "In merito, al comportamento della preside denunciato dai genitori, – spiega Fabrizio Marrazzo responsabile Gay Help Line 800 713 713, e portavoce Gay Center – siamo ancora in attesa dell´esito della procura, ma lanciamo un appello alla Ministra Fedeli, al fine che attui le azioni ispettive presso il Liceo Newton di Roma per verificare i fatti e per evitare che altri studenti debbano subire in silenzio."
"Nella quasi totalità dei casi di bullismo verso ragazze lesbiche e ragazzi gay – prosegue Marrazzo – la vittima resta silente in quanto molti ragazzi preferiscono non denunciare gli episodi, perchè temono la reazione dei genitori, che spesso non sanno che i propri figli sono lesbiche e gay. Pertanto, riteniamo importante che il Tribunale dei Minori di Roma, non valuti quanto ha subito il ragazzo come semplici ingiurie, ciò renderebbe vani gli sforzi dello studente e della famiglia, studente che fu offeso, umiliato e costretto a cambiare scuola ed a perdere l´anno scolastico"