Bracciano, una mamma si incatena davanti al Comune: “Mio figlio disabile non può andare a scuola”
Una mamma si è incatenata davanti al Comune di Bracciano, in provincia di Roma, perché il suo bambino di 5 anni, disabile, non può andare a scuola. Il contratto della sua insegnante di sostegno è scaduto il 23 febbraio scorso e non è stato rinnovato. Questa mattina, 8 marzo, nella giornata della Festa della Donna, mentre nella Capitale sfilano cortei e i trasporti sono congestionati dallo sciopero, Lisneidy è scesa in strada con una catena in mano e ha lanciato un segnale forte manifestando per i diritti di suo figlio che dal 26 febbraio resta a casa perché non ha una maestra che lo segue e che gli spetta di diritto. "Mio figlio tutte le mattine si alza presto, cerca il suo grembiule e si mette davanti alla porta di casa ad aspettare Marianna, la ragazza del pulmino che lo porta a scuola". Il bambino frequenta il terzo anno della scuola materna dei Pasqualetti di Bracciano, come i suoi compagni ha dovuto saltare alcuni giorni di scuola a causa della neve, ma i suoi amichetti sono tornati in classe, lui no. "Mi chiede, mamma voglio andare, devo mentirgli con il cuore in mano e rispondergli che non si può, che la scuola è chiusa".
Il sindaco di Bracciano: "Maestra riconfermata"
"La signora ha ragione a cercare di far rispettare i propri diritti, purtroppo questo Comune è in piano di riequilibrio e per assumere ha bisogno delle autorizzazioni del Ministero dell’Interno – ha detto in un primo momento il sindaco di Bracciano, Armando Tondinelli, contattato da Fanpage.it – In data 8 febbraio l'amministrazione ha chiesto al Ministero la proroga per la figura dell’insegnante presso la scuola materna ma non abbiamo ancora ricevuto risposta". Nel pomeriggio tuttavia, il primo cittadino ha dato la risposta che le mamme stavano aspettando: "Ho chiamato il Ministero e mi ha dato l'ok. Firmo l'ordinanza, da domani la maestra di sostegno tornerà in classe a disposizione del bambino". Una vicenda a lieto fine.
Mamma si incatena davanti al Comune
Il gesto di Lisneidy ha trovato il sostegno di molte mamme della classe che le sono rimaste vicino. "Come genitori le siamo siamo state accanto perché non è concepibile che a un bambino venga negato il diritto di andare a scuola". Alla prima proposta del Comune, di divisione delle ore la mamma ha risposto: "I bambini il diritto di continuare il percorso che hanno iniziato. Per il momento ci è stata proposta come soluzione solo quella di dividere un'insegnante di sostegno con altri due bambini del piano di sopra ma non sarebbe giusto sottrarre ore a loro e penalizzare tutti. Non è pensabile che una maestra possa gestire da sola una classe di 20 bambini con due disabili che hanno necessità di essere seguiti in maniera esclusiva e in linea con le loro esigenze".