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Birre e aperitivi nella Fase 2, i locali: “Aiuti mai arrivati, c’è il rischio concreto di chiudere”

Guadagni irrisori, spese ingenti, cassa integrazione mai arrivata. È con queste condizioni che i locali, i pub e i birrifici di Roma hanno riaperto nella Fase 2: una notizia positiva da una parte, ma che non cancella la crisi economica attraversata dai gestori. Tanto che alcuni hanno deciso di non riaprire per evitare di fallire.
A cura di Natascia Grbic
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Dal 4 maggio pub e ristoranti hanno attivato il servizio da asporto. Dopo le consegne a domicilio, ora è possibile ritirare i proprio piatti preferiti con il take away, rispettando le linee guida emanate dalla Regione Lazio e le distanze di sicurezza. Una notizia positiva, ma che non risolve la grave situazione di crisi in cui versano oggi i locali: i guadagni sono ridotti al minimo, i costi sono elevati e nella quasi totalità dei casi i 600 euro del Governo e la cassa integrazione non sono ancora arrivati. E alcuni, andando in controtendenza, hanno persino deciso di non riaprire per non aggravare ancora di più la propria condizione.

"Siamo tutti in grandissima sofferenza, il rischio di dover abbassare la serranda c'è ed è concreto. Possiamo resistere un mese così, ma se successivamente non c'è modo di tornare alla quotidianità e alla normalità non sarà possibile andare avanti". A parlare a Fanpage.it è Roberto Rossi, del pub Lannister. Al momento il locale è aperto, sta riprendendo contatti con amici e clienti e sperando che a partire da giugno ci si possa sedere nuovamente ai tavolini. "Parliamo del 5% rispetto a quello che facevamo prima, per far capire di che entità è il disastro", rincara la dose Giacomo Mondini, del birrificio ECB.

C'è anche chi ha deciso di non riaprire e di aspettare giugno. Il motivo? I costi troppo elevati di gestione a fronte di un guadagno irrisorio, e il rischio di dover chiudere per sempre se le cose dovessero andare male. "Per riaprire avrei bisogno di reintegrare i miei ragazzi che al momento sono in cassa integrazione. Non riuscirei assolutamente a sopravvivere e gestire spesa quotidiana, utenze fisse e stipendi. Aspetterò giugno", spiega Stefano Frasca del Birrifugio.

A questo si aggiunge anche un altro problema: cassa integrazione e aiuti non sono ancora arrivati. "Abbiamo fatto tutti i passaggi richiesti, sono stati approvati. L'Inps ci ha detto che andava tutto bene, ma non aveva la possibilità di erogare questi soldi e ci ha consigliato di chiederli alle banche. Siamo alle comiche".

E intanto anche le strade sono meno vuote, con i giovani che escono per fare l'aperitivo: a Ponte Milvio sono in tanti con lo spritz e un pacchetto di patatine. Un'immagine che dà una parvenza di normalità, o almeno qualcosa che ci somiglia. Di felicità ce n'è tanta per questo aperitivo nella Fase 2 all'ombra nel Tevere, a distanza di sicurezza con guanti e mascherine. Tanti i locali che hanno riaperto ma, nonostante le aspettative, non sono stati presi d'assalto come si era pensato inizialmente.

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