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Bimbo morto in casa durante la circoncisione a Roma: madre disperata, l’altro figlio fuori pericolo

È disperata la donna nigeriana di 35 anni che a Monterotondo, in provincia di Roma, si è vista morire tra le sue braccia il figlio di due anni, sottoposto a circoncisione in casa. Il gemello è ricoverato in gravi condizioni ma non sarebbe in pericolo di vita. La donna, titolare di protezione umanitaria, ai responsabili dello Sprar di Monterotondo non aveva mai detto di voler fare circoncidere i figli, anche se a quanto pare ne aveva parlato in un’altra struttura d’accoglienza che l’aveva ospitata.
A cura di Francesco Loiacono
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Immagine di repertorio
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È morto dissanguato tra le braccia della madre dopo essere stato circonciso in casa. Una fine assurda per un bimbo di due anni, figlio di una donna nigeriana titolare di protezione umanitaria. La donna, di 35 anni, non si dà pace: è disperata per la tragedia che si è consumata in un appartamento di Monterotondo, in provincia di Roma. Non è ancora chiaro cosa sia avvenuto: sulla vicenda la procura di Tivoli ha aperto un fascicolo per omicidio affidato a due pubblici ministeri, quello di turno e quello specializzato nelle violenze contro i minori. L'unica notizia positiva nella vicenda riguarda le condizioni del gemellino della vittima, anche lui sottoposto allo stesso intervento: il bimbo resta ricoverato in condizioni gravi ma da quanto si apprende non sarebbe in pericolo di vita.

La madre: L'ho visto morire tra le mie braccia

La circoncisione sarebbe stata decisa dalla madre dei due bimbi per motivi culturali e non religiosi: la 35enne sarebbe infatti cattolica. La donna era stata ospite di un Centro di accoglienza straordinario (Cas) di Rieti, dove a quanto pare aveva chiesto informazioni sulla possibilità di circoncidere i due figli: richiesta a cui era seguito un rifiuto da parte dei medici. A metà novembre era arrivata nel centro Sprar di Monterotondo dove però, secondo i responsabili, non aveva mai lasciato intendere di voler circoncidere i figli. La donna, che in Nigeria lavorava per un'organizzazione non governativa, è descritta come una madre premurosa: aveva fatto vaccinare i bimbi e li accompagnava regolarmente all'asilo portandone uno sulle spalle imbragato secondo la tradizione africana. Per la circoncisione si sarebbe affidata a un sedicente medico: l'operazione è avvenuta nell'appartamento che la donna divide con altre due donne con un figlio ciascuno, anche loro titolari di protezione umanitarie. Nella camera in cui abita con i gemellini si stava preparando al Natale, con tanto di albero addobbato: poi l'assurda tragedia sulla quale la magistratura dovrà adesso fare luce e che ha gettato nella disperazione la donna, che continua a ripetere di aver visto morire tra le braccia il figlioletto.

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