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Bimbo autistico picchiato con la scopa, condanna definitiva per l’operatore

Cosimo Carullo, operatore 57enne accusato di aver legato a una sedia e picchiato con il manico di una scopa un bambino affetto d’autismo ha ricevuto la condanna definitiva della Cassazione I maltrattamenti avvenivano insieme ad altri colleghi di una struttura di Grottaferrata, in provincia di Roma.
A cura di Alessia Rabbai
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Condannato a quattro anni e sei mesi di reclusione con l'interdizione dai pubblici uffici e al risarcimento danni. Questa la decisione dei giudici della Suprema Corte di Cassazione che hanno stabilito la pena definitiva nei confronti di Cosimo Carullo, l'operatore 57enne accusato di aver legato a una sedia e picchiato con il manico di una scopa un bambino affetto d'autismo, insieme ad altri colleghi di una struttura di Grottaferrata, in provincia di Roma. Al fianco della famiglia del piccolo, i legali Sandro Salera e Alessandra Salera, che hanno difeso e tutelato la vittima dell'episodio di violenza. I fatti risalgono al 2016, i carabinieri, dopo una breve indagine volta da accertare cosa accadesse dentro alle mura del centro, hanno arrestato gli operatori. Un processo, quello di Carullo, durato quasi tre anni, al termine dei quali i genitori hanno avuto giustizia per le pene inflitte a loro figlio.

Le indagini

Le indagini sono partite dalle denunce presentate nel 2015 dai vertici della società gestore della struttura per il sospetto che avvenissero maltrattamenti all'interno di un reparto, dove erano ospitati 16 ragazzi e ragazze, di età compresa tra gli 8 e 20 anni. I carabinieri dei Nas insieme alla Procura di Velletri sono riusciti ad incastrare i colpevoli delle violenze ripetute grazie alle intercettazioni audio/video. Dalle immagini registrate dalle telecamere installate nella struttura è emerso come gli operatori strattonavano, picchiavano e insultavano quotidianamente i pazienti. In breve tempo i responsabili sono stati identificati e fermati: tra i maggiori responsabili c'erano un educatore professionale e un assistente socio-sanitario.

I genitori delle vittime: "Mio figlio faceva gli incubi"

I genitori dei ragazzi sono rimasti sconvolti dalle immagini dei filmati e pentendosi di aver affidato i loro figli a chi credevano potesse prendersi cura di loro. Mamme e papà hanno raccontato come i loro figli da quando erano nella struttura avevano mostrato comportamenti diversi, terrorizzati, avevano paura di ogni cosa e la notte facevano gli incubi.

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