666 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Bimba morta in sala operatoria, il pm: “Tre ore di messinscena dei medici dopo il decesso”

I medici avrebbero rilasciato “dichiarazioni false e reticenti” per nascondere le tracce dei loro errori. Così il pm Mario Ardigò, titolare dell’inchiesta sulla morte della piccola Giovanna, deceduta nel corso di un intervento a un timpano alla clinica Villa Mafalda di Roma.
A cura di Enrico Tata
666 CONDIVISIONI
Immagine

Gravi errori in sala operatoria e poi un tentativo disperato di cancellare le tracce delle loro distrazioni. Tre ore di depistaggi e messinscena, le definisce il pm Mario Ardigò, titolare dell'inchiesta sulla morte della piccola Giovanna, deceduta nel corso di un intervento a un timpano alla clinica Villa Mafalda di Roma. Secondo l'accusa, medici, anestesisti e assistenti si srebbero messi d'accordo per raccontare quella che viene definita "una poesia imparata a memoria". Insomma, "dichiarazioni false e reticenti".

Nelle tre ore dopo la morte della bambina, emerge dall'inchiesta, i medici avrebbero "infuso liquidi per provocare l'espulsione per via urinaria di farmaci ritenuti, erroneamente, responsabili del decesso". Poi avrebbero messo in scena una finta rianimazione sul corpo di Giovanna, quando lei era già morta a causa di un apparecchio che avrebbe dovuto darle l'ossigeno e invece non era funzionante. In più,  nel corso dell'intervento l'anestesia sembra sia uscito dalla sala operatoria per andare al bar della clinica. "La morte avveniva dopo l'allontanamento ingiustificato dell'anestesista e in presenza di un altro anestesista non componente dell'equipe operatoria, che non gestiva correttamente le vie aeree della paziente", scriveva il pm nella richiesta di incidente probatorio.

La morte di Giovanna Fatello: "L'anestesista era al bar"

Giovanna Fatello, dieci anni, entra nella clinica romana la mattina del 29 marzo 2014. "Alle 10.10, quaranta minuti dopo l'inizio dell'operazione, si è verificata una bradicardia poi evoluta in arresto cardiocircolatorio. La paziente è morta alle 13.40", si legge sulla cartella dell'anestesista. In realtà, la procura sostiene che la bambina sia morta almeno tre ore prima. In quelle ore, tutto il personale presente nella sala operatoria avrebbe cercato di depistare e cancellare le tracce dei loro errori. All'intervento partecipavano due chirurghi, due anestesisti e tre infermieri. Dopo aver intubato la piccola, l'anestesista, così sostiene il pm, sarebbe uscito per andare al bar. "Sono rientrato subito", si è difeso lui, ma a smentirlo  ci sarebbe una telefonata di quarantadue secondi dal suo cellulare al telefono fisso della sala operatoria. Telefonata di cui nessuno si ricorda.

666 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views