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Barbara, detenuta calciatrice incontra Papa Francesco: “Posso leggerle una mia poesia?”

Il 20 maggio Barbara, detenuta e calciatrice del carcere di Rebibbia ha potuto incontrare Papa Francesco, insieme ad una piccola delegazione di atleti. Barbara gioca come portiere nella squadra di calcio femminile di Atletico Diritti ed è stata ricevuta dal Santo Padre come rappresentanza del team di detenute.
A cura di Simona Berterame
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Barbara, detenuta del carcere di Rebibbia, non dimenticherà presto la giornata del 20 maggio, quando si è ritrovata faccia a faccia con Papa Francesco nella sua biblioteca privata. Lei è stata scelta in rappresentanza della squadra di calcio femminile di Atletico Diritti ed ha potuto incontrare il Santo Padre insieme ai campioni delle Fiamme Gialle Fabrizio Donato e Carolina Visca, Sara Vargetto, giovanissima atleta di Athletica Vaticana con una malattia neurodegenerativa, Giulia Staffieri, atleta di Special Olympics con un disturbo psichiatrico e Charles Ampofo, atleta migrante originario del Ghana.

Una piccola delegazione dei tanti atleti che avrebbero dovuto partecipare al meeeting internazionale “We Run Together – Simul Currebant” organizzato da Athletica Vaticana, in collaborazione con il Gruppo sportivo Fiamme Gialle della Guardia di Finanza, il “Cortile dei Gentili” e Fidal Lazio, previsto per il 21 maggio e sospeso a causa del coronavirus. L'evento ha colto l'occasione per lanciare un’asta di beneficenza a sostegno di due ospedali che si sono particolarmente distinti nella lotta contro il Covid-19, il Papa Giovanni XXIII di Bergamo e la Fondazione Poliambulanza di Brescia.

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La poesia in romanesco di Barbara per Papa Francesco

"E chi l'avrebbe mai creduto che er Papa desse udienza a ‘ndetenuto con tutto er da fa che il popolo ja dato ha trovato er tempo pe me, un carcerato". Inizia così la poesia che Barbara ha potuto far ascoltare a Papa Francesco, al termine dell'udienza. "Finito di leggere Santo Padre mi sorride, si alza dalla sua poltrona e mi ringrazia con tanta commozione – racconta Barbara una volta rientrata in carcere – facendomi molto complimenti e paragonandomi a Trilussa che tra l'altro è il mio preferito!".

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"Un incontro molto intimo e commosso – ci racconta Susanna Marietti, coordinatrice nazionale dell'associazione Antigone – Barbara era felice ed emozionata come è giusto che sia ma soprattutto ci ha poi raccontato che si è sentita trattata come un essere umano e come un'atleta". Marietti trova inoltre delle analogie, con le dovute proporzioni, tra la figura del Santo Padre e quella di Barbara: "Non voglio paragonarla al Papa ovviamente! – esclama al telefono – ma entrambi hanno rotto gli schemi secondo me. Papa Francesco con la sua "rivoluzione" ha saputo arrivare al cuore del messaggio cattolico, mentre Barbara insieme alla sua squadra ha distrutto qualsiasi stereotipo intorno al carcere femminile. In genere le detenute fanno corsi di cucina o di taglio e cucito, loro invece hanno voluto riprendere la loro vita in mano e accettare la sfida di immergersi nello sport maschile per eccellenza, riuscendo anche a raggiungere dei piccoli traguardi".

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