Baci e avances sessuali: bambina costretta dai genitori a frequentare un pensionato
Baci sulle labbra, sbirciatine sotto la doccia, le mani sulle cosce. E un sogno: “Lasciami un ricordo, fai l’amore con me”. Questa la storia triste di una ragazzina di 12 anni affidata per molte ore ogni giorno a un anziano di Monte Verde. I genitori, una famiglia di romeni indigenti, la lasciavano nelle mani del pensionato in cambio di qualche busta di spesa, così da avere qualcosa da mangiare durante la settimana. La piccola lo accompagnava al parco, faceva la doccia in casa sua e lui la guardava dallo spioncino, insieme organizzavano gite fuoriporta. Gli incontri venivano concordati con un sms, la bimba si recava al parco giochi davanti casa del pensionato, un sessantenne, e aspettava il via libera per salire, cioè l’accensione di una luce nel patio. Sul cellulare la piccola lo aveva registrato sotto il nome di “zio”.
Il pm Cristiana Macchiusi aveva fatto arrestare “il vecchio”, così viene chiamato negli incartamenti degli inquirenti, insieme ai genitori della ragazzina, accusati di esporre la piccola “alle mire sessuali dell’anziano, facendole correre rischi inaccettabili”. Ieri il gup Ezio Damizia, con il rito abbreviato, ha condannato l’anziano a tre anni e due mesi di reclusione e i genitori della bambina a quattro anni e otto mesi. Il primo è accusato di atti sessuali con una minore, la coppia invece di sfruttamento della prostituzione. L’anziano, si legge negli incartamenti, si proponeva alla bambina “come una sorta di vecchio zio animato da sani sentimenti e buoni intenzioni. E invece era mosso da un istinto evidentemente non governabile in danni di ragazzine in periodo prepuberale”.