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Attentato al Parco del Circeo: il 67enne arrestato per minacce e tentato omicidio ha confessato

Il 67enne arrestato per l’attentato al Parco del Circeo ha confessato in sede di interrogatorio di garanzia. Sarebbe stato lui lo scorso 24 giugno ad aver cosparso di gasolio la sede dei carabinieri forestali al parco del Circeo e di aver minacciato il comandante della stazione locale.
A cura di Alessia Rabbai
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Ha confessato G. S., il 67enne di Sabaudia, arrestato per minacce aggravate e tentato omicidio nei confronti del comandante della stazione dei carabinieri del Parco nazionale Circeo. L'interrogatorio di garanzia si è svolto nel pomeriggio si oggi, venerdì 27 settembre, presso il Tribunale di Latina. L'uomo ha dichiarato davanti al giudice delle indagini preliminari di essere responsabile dei fatti. Ha spiegato di essere stato lui lo scorso 24 giugno ad aver cosparso di gasolio la sede dei carabinieri forestali al Parco del Circeo e di aver minacciato il comandante della stazione locale, Alessandro Rossi. Il suo legale difensore ha chiesto una misura meno rigida nei suoi confronti, ora si attende la decisione del giudice.

Si era presentato spontaneamente davanti ai giudici

Il 67enne che gestisce lo stabilimento Bounty, che le forze dell'ordine avevano chiuso a causa di abusi edilizi, si è fatto avanti spontaneamente in Procura dopo che i sospetti dei carabinieri si stavano concentrando su di lui e sul figlio. L'uomo, chiarendo la sua posizione, ha però difeso il figlio, dicendo che con i fatti non c'entrava nulla. È stato arrestato martedì per evitare che potesse rendersi irreperibile.

L'attentato al Parco del Circeo

I fatti risalgono alla fine dello scorso giugno, quando i carabinieri forestali del Parco del Circeo hanno trovato la sede cosparsa di gasolio. Sul luogo c'era un plico contenente quattro cartucce calibro 12 dirette al comandante della locale stazione. Gli investigatori hanno immaginato fin da subito che si potesse trattare di una vendetta per i controlli e i sequestri operati nel corso dell'estate sul lungomare. Molti stabilimenti, infatti, avevano compiuto degli abusi edilizi e per questo erano stati messi i sigilli.

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