Attentato a Dacca, la nipote di Nadia Benedetti: “Un branco di bestie ce l’ha portata via”
Incredulità, rabbia, sgomento. Trasudano questi sentimenti dal messaggio con cui la nipote di Nadia Benedetti, imprenditrice viterbese di 51 anni morta nell'attentato di questa notte a Dacca, in Bangladesh, ha commentato la tragedia che ha travolto la sua famiglia: "Ormai abbiamo perso anche l'ultima speranza: mia zia, Nadia Benedetti, è stata brutalmente uccisa nell'attentato in Bangladesh di ieri", ha scritto la nipote Giulia su Facebook.
Nadia Benedetti era originaria di Viterbo ma si era ormai trasferita da più di 20 anni nel Paese del Sud-Est asiatico. Era un'imprenditrice attiva nel settore dei tessuti: managing director dell'azienda con base a Londra StudioTex Limited e amministratrice della ditta di famiglia, la Bengler B.V. Srl con sede sulla Cassia Nord, a Viterbo.
Nadia non era sposata e non aveva figli. Da qui, forse, si capisce ancora di più il rapporto che aveva con la nipote Giulia: "Non c'è più: non la rivedremo più, non parleremo, non commenteremo i colori delle magliette da produrre, mio padre non la andrà più a prendere all'aeroporto, non andremo a cantare insieme come ci eravamo ripromesse" scrive la ragazza su Facebook, in un messaggio postato dopo che la Farnesina, in mattinata, ha confermato come Nadia fosse una delle vittime italiane (almeno nove, al momento) cadute sotto i colpi dei terroristi, a quanto pare seguaci dello Stato islamico.
Il destino ha legato le sorti di molti degli italiani che erano a cena nel ristorante dove è avvenuta la strage, l’Holey Artisan Bakery. Tra le vittime italiane infatti ci sono anche Adele Puglisi, imprenditrice nel campo dell’abbigliamento originaria di Catania, e Simona Monti, anche lei originaria del Lazio come Nadia: Simona, 33 anni, lavorava proprio nell'azienda dell'imprenditrice viterbese: "Una grande imprenditrice, ha fatto sempre bene il suo lavoro", ha detto un amico della donna al quotidiano Il Messaggero.
Il ricordo più struggente è però sempre quello della nipote Giulia, che non riesce a reprimere la rabbia: "‘Non c'è più' ripete mio padre. Un branco di bestie ce l'ha portata via. Aveva vissuto in Italia, Kenya, Bangladesh e non si era mai fermata. Neanche nei momenti più difficili. Io chiedo a voi amici, parenti, viterbesi, italiani: NON DIMENTICATE, non lasciate che si perda il suo ricordo, non dimenticate cosa è successo, non permettete a questi pazzi di commettere altre stragi, non lasciate che vincano loro. Colgo l'occasione per esprimere la nostra vicinanza ai famigliari di tutte le vittime, e ai sopravvissuti alla tragedia. Ci mancherai zia, ci mancherete tutti".