Attacco hacker allo Spallanzani non è terrorismo: “Opera di gruppi criminali con finalità di lucro”
L'attacco hacker all'ospedale Lazzaro Spallanzani sarebbe stato compiuto con finalità di lucro, non con intenti eversivi, di sabotaggio, o di sottrazione di dati sensibili. È questa la pista più seguita dagli investigatori del Cnaipic della polizia postale e delle telecomunicazioni, che stanno indagando su quanto avvenuto una settimana fa all'Istituto di malattie infettive, baluardo della lotta contro il coronavirus. Secondo quanto riportato da Il Corriere della Sera, negli scorsi giorni si è tenuta una riunione del Nucleo di sicurezza cibernetica del Dipartimento informazioni per la Sicurezza: tema, come prevenire questi attacchi alle strutture sanitarie ed evitare che gruppi criminali con finalità di lucro possano entrare nel sistema. I tecnici stanno lavorando per alzare i livelli di sicurezza e impedire a chi cerca di lucrare nel bel mezzo della pandemia da coronavirus di avere facili accessi ai sistemi informatici.
Attacco hacker a Spallanzani e sabotaggio San Camillo
Il tentativo di attacco hacker all'ospedale Lazzaro Spallanzani è stato compiuto una settimana fa e non è andato a buon fine. Ad annunciarlo è stato l'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato: "C'è stato anche un attacco hacker una settimana fa allo Spallanzani, ma senza successo. Abbiamo degli ottimi Servizi nazionali a tutela pubblica, che ci hanno ragguagliato su questo", ha dichiarato in videoconferenza". Sempre di ieri, invece, è la notizia del sabotaggio al laboratorio per i test Covid-19 all'ospedale San Camillo di Roma: i macchinari sono stati danneggiati da ignoti, il movente è ancora sconosciuto. "Abbiamo presentato denuncia ai carabinieri – ha dichiarato D'Amato – I colpevoli saranno puniti".